Il Governo prova a salvare le scuole prevedendo la didattica a distanza a partire dalla terza media ma potrebbe non bastare.
Il Governo ha paura e cerca una nuova stretta sulla libertà di movimento e di lavoro tentando di non adottare il lockdown totale come a marzo. E’ un momento di estrema difficoltà per Conte, Speranza e il Comitato tecnico scientifico. L’impressione è che quest’ultimo voglia chiudere tutto ma il premier deve affrontare il problema dell’economia e delle famiglie che tornano a non avere entrate sicure. Le piazze di tutto il Paese sono in fermento, e all’estrema destra ma anche ai centri sociali, potrebbero aggiungersi presto le persone ‘normali’ ma talmente sofferenti da non avere più paura di manifestare.
Tra l’incudine e il martello, Conte annuncerà probabilmente già oggi, domenica 1 novembre, il nuovo Dpcm: l’ultimo è stato un flop e i contagi non accennano a diminuire. Chiudere una palestra o anticipare alle 18 la chiusura di un bar e ristorante sembra poca cosa dal momento che la gente beve e mangia anche prima delle 18. E poi c’è il problema delle scuole, veicolo naturale di contagio. Mai, però come i trasporti che continuano ad essere congestionati: metro e autobus sono pieni, senza limitazioni. E’ caos, verrebbe da dire.
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L’intento del Governo è quello di contenere sempre di più il contagio e dal momento che ci sono Regioni e città che registrano indici preoccupanti, il primo provvedimento sarà quello di vietare nuovamente lo spostamento tra Regioni, se non per assolutà e provata necessità di lavoro o salute.
Per il momento non si parla di un lockdown generalizzato, dicevamo, perché non tutte le città stanno rischiando allo stesso modo. Si pensa di chiudere per due o tre settimane le aree dove i contagi corrono di più. Tra le ipotesi che circolano, nel mirino ci sarebbero grandi città come Napoli, Torino e Milano, ma anche Roma e Genova sono nella lista degli “osservati speciali”.
Si pensa a nuove limitazioni per le attività commerciali e si ipotizza un intervento sulla scuola: “La curva sta subendo un’impennata così rapida – ha dichiarato Conte – che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza”. Sembra che il governo stia pensando di garantire la didattica in presenza solo fino alla seconda media, per tutti gli altri, a partire dalla terza media, è prevista quella a distanza. Si pensa anche agli Hotel Covid per tutte quelle persone che hanno bisogno di restare in isolamento ma in casa è difficile perché le abitazioni sono troppo piccole a fronte di famiglie numerose.
“I numeri sono preoccupanti – ha detto Conte – e non c’è la palla di vetro”.
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