Le ministre Azzolina e Bellanova vogliono impugnare l’ordinanza del presidente della Puglia, Emiliano e fare riaprire le scuole.
Da oggi, venerdì 30 ottobre, niente scuola per i ragazzi e le ragazze pugliesi. Unica eccezione la scuola dell’infanzia. Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha fatto sua una clausola del nuovo dpcm che permette alle regioni di operare autonomamente in materia di sicurezza per la salute dei cittadini. E visto che anche in Puglia i casi di coronavirus sono in aumento, Emiliano ha preferito chiudere, anche perché – sono parole sue – è proprio la scuola ad avere causato la seconda ondata di Covid.
Ma il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, non ci sta: ha difeso con le unghie il progetto di riaprire le scuole in piena sicurezza il 14 settembre, e ora chiede di riaprire subito anche in Puglia. “Pensare di risolvere il problema chiudendo le scuole è una mera illusione – scrive la ministra su Facebook – Perché i ragazzi escono, anzi usciranno di più e rischieranno di contagiarsi. A scuola invece, non solo ci sono misure di sicurezza, ma anche protocolli che permettono controllo e tracciamento. Si riaprano al più presto le scuole, evitando conseguenze gravi, presenti e future, per gli studenti e per le famiglie”.
Emiliano non ha ancora risposto, e sulla stessa lunghezza d’onda di Azzolina, c’è la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova.
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Nell’ultimo dpcm è stato imposto alle scuole di riorganizzare l’orario scolastico in modo da ricorrere alla didattica a distanza per almeno il 75% delle attività, nelle scuole secondarie di secondo grado. Tuttavia, il presidente della Puglia è andato oltre. Intervistata dal Corriere del Mezzogiorno Puglia la ministra Teresa Bellanova chiede al suo Governo di impugnare davanti al Tar l’ordinanza di Emiliano. “Quell’ordinanza – dice – va impugnata”.
“Non si devono scaricare sulla scuola difficoltà e problemi che sono Sanità e trasporti – continua Bellanova – È lì che bisogna incidere a fondo, si devono portare a galla le questioni e risolverle altrove”.
“È la stessa Regione (Puglia ndr) – puntualizza – a comunicare alla ministra Azzolina, che, su una popolazione di 562mila studenti, ne risultano positivi 417. Ammette di fatto che il problema non è la diffusione del virus nelle scuole ma l’organizzazione del lavoro della sanità regionale”.
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