Il settore tremendamente colpito dal primo lockdown, risollevatosi parzialmente nei periodi primaverile ed estivo, ora è di nuovo sotto attacco delle misure restrittive e rischia il collasso.
La categorie è ormai allo stremo, il settore della ristorazione, tra i più colpiti dall’inizio della pandemia a marzo, è ormai al tracollo. Dopo le chiusure seguite al lockdown di marzo, il respiro appena accennato nel periodo primaverile ed in quello estivo. Poi le man mano sempre più restrittive misure autunnali, ed ancora una volta i ristoratori sono profondamente colpiti dalla necessità di provvedimenti restrittivi per difendersi dal virus.
Ma i ristoratori sono stanchi, non hanno la forza per sopportare l’ennesimo stop, e se arrivasse un nuovo lockdown, come a marzo, cosi come da giorni si vocifera, allora sarebbe davvero la fine per le loro attività. La stragrande maggioranza di loro, sarà costretta a chiudere o a limitare pesantemente l’offerta della propria impresa. La situazione è grave e certe misure non fanno altro che aggravare ancora di più il momento.
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Ristoratori senza certezze e nella più totale disperazione non vedono speranza
In tutta Italia ormai monta la protesta, partita proprio dai ristoratori, dai proprietari di bar, di pizzerie, pub e di tutta quella fetta di economia che si basa sulla somministrazione di cibi e bevanda. Una economia che tiene in piedi piccole comunità, che partecipa alla ricchezza di interi territori, e che rischia il tracollo perchè incapace di reggere alle ferree regole della misura preventiva, giustamente. E allora monta la protesta, che si fa sempre più aspra e decisa.
I ristoratori avranno dal Governo, cosi come promesso, dei bonus, degli incentivi, per non veder sfumare la propria attività in pochi mesi. Ma sono certi, che questo prezzo, lo pagheranno caramente proprio i loro figli, perchè è su di loro che ricadrà tutto. La situazione resta delicata, e sul punto di esplodere.
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