Donna disabile positiva al covid durante il periodo del lockdown ha subito violenze sessuali da parte dell’operatore sanitario che la seguiva
Una storia incresciosa successa qualche tempo fa presso l‘Oasi di Troina (provincia di Enna) è tornata prepotentemente in auge. Una donna disabile risultata positiva durante il periodo del lockdown è stata brutalmente abusata da parte di un operatore sanitario 37enne arrestato dalla polizia lo scorso 7 ottobre.
La povera malcapitata però in seguito a quell’episodio è rimasta incinta. Seppur la paternità è apparsa fin da subito abbastanza scontata serviva la controprova dell’esame biologico.
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Disabile positiva al covid, accertata paternità del suo stupratore
La comparazione con il feto del bambino disposto dal procuratore Massimo Palmieri e dai sostituti a Stefania Leonte e Orazio Longo ha portato dato l’ufficialità della paternità dell’indagato.
Il tutto è stato possibile con delle moderne tecniche di estrapolazione del Dna del nascituro e delle analisi del sangue della madre. Naturalmente sul piccolo verrà eseguito un nuovo esame del Dna in modo tale da fugare qualsiasi tipo di dubbio.
L’uomo dal canto suo aveva confermato il macabro gesto compiuto durante l’interrogatorio. Motivo per cui il Gip ha confermato lo stato di fermo. La procura inoltre ha effettuato delle perizie sulla vittima, accertando l’incapacità a dare il proprio consenso ad un rapporto sessuale viste le problematiche con cui convive.
In virtù di ciò le indagini proseguono. Si teme che possano esserci stati altri episodi del genere con altre donne all’interno della struttura. Il primo passo è capire se l’operatore sanitario ha avuto in affidamento altre pazienti e poi eventualmente procedere ulteriori esami medici per verificare se ci siano state altre violenze sessuali.
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