“Prima sostegno poi lockdown”: a Napoli la protesta dei disperati

Napoli torna a protestare sulle chiusure imposte dal nuovo Dpcm del Governo. Lo slogan è: “Prima sostegno poi lockdown”.

Forse sembrerà un pò ‘forte’ la parola “disperati” ma bisogna chiamare le cose con il loro nome. Chi da oggi dovrà chiudere nuovamente l’attività commerciale già bersagliata dalla prima fase della pandemia, non può che ritenersi disperato. Perché il lavoro era appena ricominciato, per vedere i primi frutti si sarebbero dovuti aspettare mesi, ma si blocca nuovamente tutto.

Si fermano teatri, cinema, palestre, piscine, cerimonie, fiere, bar e ristoranti dovranno rispettare orari rigidi, si ferma lo spettacolo ancora una volta. Un comparto e un indotto da 300-350 mila aziende in tutta Italia e milioni di lavoratori di nuovo costretti a casa con la paura che lo Stato li abbandonerà. E Napoli torna a protestare con lo slogan: “prima sostegno poi lockdown”.

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“Prima sostegno poi lockdown”: Napoli torna in piazza con migliaia di persone

La manifestazione di domenica 25 ottobre a Napoli è pacifica, quasi surreale nel suo silenzio. Nulla a che fare con le botte dei giorni precedenti e gli incidenti di Roma.

Duemila persone si sono radunate nel corso pedonale di Via Scarlatti, per protestare contro i provvedimenti del governo e della Regione Campania. «Due metri di dissenso, prima sostegno e poi lockdown» è il cartello che tengono in mano una cinquantina di persone che protestano per la chiusura dei locali alle 18 e per il crollo del lavoro di attività come le palestre.

I manifestanti poi si sono mossi verso il quartiere Vomero con un grande manifesto che apriva il corteo e la scritta: «tutele sociali per tutti». Molti i cori contro Conte e De Luca ai quali vengono richieste le “dimissioni”. In tutto, i manifestanti erano almeno duemila persone. Intorno a loro le camionette della Polizia in tenuta anti sommossa.

«Il nuovo stop ai locali con la chiusura alle 18 è prima di tutto un colpo ai dipendenti, alla classe operativa dei bar che oggi si ferma di nuovo e non ha sostegno da uno Stato che sta pagando ora le casse integrazione di maggio. E’ molto pericoloso». Lo ha detto uno dei promotori della manifestazione di imprese, Diego Guida, gestore di bar.

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