Il ministro dei Beni Culturali ha risposto alla moltitudine di proteste arrivate dagli ambienti della cultura e dello spettacolo per le misure restrittive attuate nel settore.
Il nuovo dpcm ufficializzato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, penalizza fortemente gli ambienti della cultura e dello spettacolo, su questo non c’è ombra di dubbio, è un dato realisticamente oggettivo. Teatri chiusi, cinema chiusi, basta questo per comprendere quanto questa nuova misura colpisca un determinato settore, già particolarmente calpestato nei mesi scorsi, dai precedenti dpcm del Governo.
Penalizzando il teatro, la cultura, i cinema, si penalizza un popolo, un popoli, si blocca la sua crescita, si offusca la sua visione delle cose, della realtà. Numerosi i messaggi e le posizioni di sdegno, sulla scia di quanto detto in precedenza. La cultura non può essere eliminata, non si può chiudere un settore, con tutti i rischi socio economici che ne derivano, il messaggio è forte, deciso, sincero.
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Franceschini agli operatori dello spettacolo: “Non capite la gravità del momento”. dure le reazioni
Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, ha fatto proprie le richieste di intervento da parte degli operatori dello spettacolo, che si sono sentiti traditi da questo ennesimo colpo basso del Governo, nei confronti di un settore fermo ormai quasi da un anno. Un settore che vive di passione, impegno e partecipazione. Senza quest’ultimo fattore, nulla ha senso e nulla può essere concretizzato.
Franceschini commenta dicendo che chi oggi si lamenta di certe restrizioni, non ha realmente inteso la gravità del momento. Non ha compreso che certe restrizioni sono utili per evitare scenari ancora più bui ed ancora più tragici. Chiudere oggi per lavorare domani insomma. Sembra essere questa la posizione del ministro, che però non accoglie le critiche e non accontenta in quanti da domani, ancora una volta, non avranno più il loro lavoro.
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