Stefano Cucchi, moriva ammazzato di botte, il 22 ottobre 2009 dalle guardie carcerarie. La sentenza, nel 2019.
Sono passati undici anni oggi, dalla morte di Stefano Cucchi, caso, quello della morte del giovane, diventanto suo malgrado famoso per tutti i misteri che lo hanno attorniato per ben dieci anni.
Da quel 22 ottobre 2009, infatti, la verità su chi avesse ucciso il trentunenne è venuta fuori esattamente dieci anni dopo, nel 2019. Da sempre, la prognosi che aveva visto il giovane morire per cause naturali, indignavano il Paese e facevano urlare la richiesta di verità alla sorella, Ilaria.
Le foto di Stefano, morto con il corpo ricoperto di lividi e diverse fratture in più parti del corpo, hanno fatto il giro dello Stivale. Le ferite, erano presenti su addome, zigomi, gambe, torace, in più era presente una frattura delle vertebre lombari e di coccige e mandibola.
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Cosa si è detto per dieci anni, di Stefano Cucchi, persino da parte di alcuni politici? Che era un tossico, che è morto a causa di un attacco epilettico, o che era caduto per le scale. La morte, quel ragazzo, se l’era procurata da solo, eppure le foto erano chiare. Non era mai chiaro però, quando e se ci fossero state delle sentenze, visto che più passava il tempo, più la verità veniva celata in tutti i modi.
Dieci anni dopo la scomparsa di Stefano, a rompere il silenzio, un carabiniere presente all’accanimento dei suoi colleghi, sul ragazzo. Il processo, ha portato alla condanna a dodici anni di reclusione, i due carabinieri, Di Bernardo e D’Alessandro. Non è stato così facile però arrivarci, e dare finalmente ad Ilaria ed alla famiglia Cucchi, la verità tanto attesa.
Per scoprire chi abbia ucciso ed in che modo Stefano, a cui oggi sono dedicati una targa ed un albero per le strade di Roma, non solo sono serviti dieci anni, ma anche un lunghissimo processo. Quello di primo grado, iniziò il 13 dicembre 2012, quando per la prima volta si affermò che le ferite del giovane avrebbero potuto essere conseguenza di un pestaggio o di una caduta. Dal processo d’appello, all’appello bis, passeranno altri due anni, per poi giungere alla cassazione-bis e ad un processo bis.
Il caso Cucchi, ha tra l’altro negli anni, ispirato diversi artisti italiani, con tantissimi brani musicali, documentari, lungometraggi ed un film divenuto molto famoso: Sulla mia pelle, ad esso dedicati.
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