Paolo Tiramani, sindaco leghista di Borgosesia, non vuole punire chi organizza incontri in casa con più di sei persone, ma gli ‘spioni’ che li denunciano. Una provocazione, certo, ma pure una realtà. Sì, perché il primo cittadino del Comune vercellese la multa per chi si rende protagonista di procurato allarme, ce l’ha messa davvero.
Tra le nuove restrizioni presenti nel dpcm firmato domenica sera dal premier Conte, c’è una richiesta di responsabilità per le famiglie italiane, che formalmente vuol dire: vietato fare feste private o incontri di qualsiasi altro genere con più di sei partecipanti. Una regola nata per essere violata, forse, eppure se si vogliono evitare contagi sarebbe bene seguirla alla lettera.
Dal momento che è pressoché impossibile andare a fare i controlli nelle case della gente, allora il ministro Speranza aveva chiesto la ‘collaborazione’ di tutti i cittadini: padroni di casa e vicini.
LEGGI ANCHE >>> Coronavirus, sempre più decessi: chiudono tutti, ormai è panico
Multa agli ‘spioni’ che denunciano abitazioni con più di sei persone: 516 euro!
Un’iniziativa che dovrebbe, nelle intenzioni del sindaco, scoraggiare quelle chiamate fatte alle forze dell’ordine che poi si rivelano infondate: procurato allarme, appunto. Ma Tiramani vuole anche evitare che le denunce possano essere un modo per vendicarsi dei vicini magari non troppo numerosi ma rumorosi.
Ovviamente la multa prevista, da un minimo di 10 euro ad un massimo di 516, è riservata solo a chi telefona al 112 senza motivi fondati. «Visto che molte delle segnalazioni ricevute sono risultate prive di fondamento, e dovute esclusivamente a cattivi rapporti di vicinato – dice il primo cittadino – ho deciso di intervenire. La parte del Dpcm sui ‘delatori’ crea problemi non indifferenti, come peraltro avevo temuto fin da subito».
«Le segnalazioni infondate – continua Tiramani – hanno impegnato senza motivo la nostra Polizia Municipale per le opportune verifiche, facendoci sprecare tempo e denaro, per non parlare poi dell’aggravarsi delle tensioni sociali e del clima di allarmismo nei confronti dell’emergenza sanitaria”.