I contagi non scendono e con essi aumenta la paura per una nuova ondata di contagi. Marzo è ancora vivo negli occhi degli italiani, il rischio è forte, le restrizioni anche.
Le immagini di Marzo, della Lombardia a fuoco per il virus impazzito, sono ancora impresse nelle menti di ognuno. Le città deserte, il suono delle ambulanze, e quelle bare, messe alla buona una accanto all’altro, in attesa di un fiore, di un pensiero. Le immagini sono negli occhi di tutti, e quello che succede oggi, nelle nostre città, nelle nostre regioni, ci tiene ancora una volta con il fiato sospeso, come se qualcosa stesse per accadere, come se a Marzo, e poi nei mesi seguenti, non fosse già accaduto tutto.
Le regioni fanno sul serio, chiudono di sera, ed aprono al coprifuoco, ai tentativi di piccoli lockdown, alla mobilità vietata, allo spostamento tra province negato. Tutto per non arrivare al limite, per non rischiare di richiudere ancora una volta tutto, e far ripiombare il paese nella più acuta paura e nella crisi economica più profonda. I casi non calano, non si sa quando succederà, quando caleranno. Si sa solo che oggi, la situazione è critica.
Nelle ultime 24 ore contagi ancora in rialzo: 16.079 con 170.392 tamponi effettuati. Purtroppo salgono i decessi: 136.
In terapia intensiva sono ricoverati 992 pazienti. Le Regioni che hanno registrato i maggiori incrementi di casi sono Lombardia (+4.125), Piemonte (+1.550) e Campania (+1.541).
Presto sarà possibile effettuare tamponi rapidi presso le farmacie. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza che si è detto d’accordo con le Regioni che vorrebbero semplificare le procedure di tracciamento.
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Il rischio che tutti scongiurano è ovviamente la chiusura, già ora ci sono le prime critiche, le prime proteste in piazza, commercianti che rifiutano eventualmente di dover chiudere nuovamente e locali che tristemente rinunciano ad aprire perchè non possono reggere a soltanto poche ore di lavoro serale. E allora se si mette a rischio tutto questo, vuol dire che la situazione è davvero critica, non proprio come l’altra volta, ma altrettanto critica.
E allora si attende che i numeri calino, che i negozi tornino ad aprire fino a sera, che le strade si riempiano, e ritornare, poi, finalmente a sorridere.
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