Una storia tragica e tenuta segreta dalla famiglia Kennedy, quella di Rosemary, sorella del Presidente: il dramma della sua vita, dall’errore fatale alla lobotomia
Una storia davvero tragica, quella di Rosemary Kennedy, “la sorella imperfetta” del Presidente John F. Kennedy, davvero drammatica e raccontata nel libro Rosemary: The Hidden Kennedy Daughter (“La figlia segreta dei Kennedy”), pubblicato da Houghton Mifflin Harcourt e scritto dalla storica Kate Clifford Larson.
La sorella minore del Presidente, affetta da disabilità mentale che fu tenuta nascosta, per così dire, per anni dalla famiglia. Un errore fatale alla nascita e successive scelte particolari nel corso del tempo hanno segnato la sua vita.
Rosemary nasce a Brookline, 13 settembre del 1918, in casa proprio come i suoi due fratelli. Tuttavia, poiché non fu trovato un medico disponibile, l’infermiera che assisteva la madre della nascitura “bloccò” il parto per circa due ore, con la testa della piccola che rimase nel canale uterino.
Una scelta che causò la mancanza di ossigeno, la condizione che poi diede vita a conseguenze molto pesanti per lei.
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Rosemary Kennedy, la drammatica vita della sorella del Presidente: la scelta tragica della lobotomia
Nei primi anni di vita, Rosemary Kennedy, la sorella del Presidente, sulla cui morte ci sono tantissimi ipotesi, venne aiutata da alcuni insegnanti e, sebbene con ritardo, imparò a leggere e a scrivere. All’età di 11 anni iniziò ad andare a scuola e a cambiarne molte, in virtù dei sbalzi di umore di cui soffriva.
Nonostante avesse capacità di scrittura inferiori all’età che aveva, dai diari si leggeva la sua felicità e la voglia di far felici i suoi genitori, che però non smisero di sottoporla ad “iniezioni sperimentali” mirati a risolvere “squilibri ormonali”.
Inoltre, all’età di 20 anni, la ragazza acquisì una notevole bellezza e inizio “a vagare tutte le notti”; tali elementi suscitarono ansia nella famiglia che temeva che qualcuno potesse approfittarsi di lei e al contempo rovinare il buon nome della famiglia.
Da qui, arrivò la decisione di farla sottoporre alla lobotomia, nonostante fossero già noti i rischi.
Dopo l’intervento, Rosemary riusciva a pronunciare poche parole, perse l’uso del braccio che non riacquisì mai più e smise di camminare normalmente. Venne mandata in un istituto psichiatrico privato di New York e poi in un’altra struttura simile.
Accanto a lei, negli anni, la sorella Eunice Kennedy Shriver, particolarmente attenta al tema e alla nascita di associazioni che avessero a cuore problematiche simili a quelle di cui soffriva la sorella.
Rosemary si è spenta all’età di 85 anni, nel 2005.
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