Rivolte tra i primi cittadini delle città italiane dopo l’ultimo provvedimento del Governo che di fatto mette nelle mani dei sindaci la possibilità di agire in determinato modo per la sicurezza sanitaria.
Il nuovo Dpce, ufficializzato nella giornata di ieri dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, prevede una serie di misure, atte, a contenere in maniera ancora più decisa la pressante epidemia di Covid19, che negli ultimi giorni ha visto aumentare a dismisura il numero dei contagiati su tutto il territorio nazionale. Tra gli interventi, la regolamentazione sui posi a sedere nei ristoranti, riprogrammazione di orari e gestione della didattica negli istituti scolastici superiori e la possibilità per i sindaci di decidere determinati interventi nelle singole città.
Quest’ultima decisione ha fatto per la verità storcere il naso ai sindaci italiani, secondo loro esposti ad enorme responsabilità rispetto alla possibilità di chiudere una determinata strada o piazza della città in base ad eventuali criticità riscontrate. Questa responsabilità probabilmente non va giù ai sindaci italiani, che si aspettavano forse una più forte presenza, anche sotto il punto di vista delle decisioni da parte del Governo.
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Nuovo Dpcm, sindaci contro il Governo: le reazioni
La nuova norma effettivamente era presente nel nuovo Dpcm, tanto che lo stesso Conte nella conferenza stampa ufficiale aveva parlato di questa possibilità per in sindaci delle varie città di gestire al meglio e secondo propria discrezione determinate situazioni. Ciò che davvero colpisce è che successivamente la parte riguardante i sindaci è di fatto scomparsa dal documento, evidentemente per la consapevolezza raggiunta, della troppa responsabilità ai primi cittadini.
Molte erano state le critiche per la verità dei vari sindaci, soprattutto delle città più grandi e quindi con un maggior numero di abitanti, che accusavano il Governo di scaricare su di loro qualcosa che non sarebbe dovuta ricadere soltanto sui loro diritti di gestione.
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