Il premier Conte ha firmato il nuovo Dpcm. Ecco quali sono le novità decise per contrastare l’aumento dei contagi da coronavirus.
Il 13 ottobre l’ultimo dpcm. Ma non è bastato e cinque giorni dopo il governo, di intesa con il Comitato tecnico scientifico, ha deciso di firmarne uno nuovo per scongiurare l’aumento continuo di contagi da coronavirus. Il premier Conte vuole assolutamente scongiurare un lockdown totale e affida anche alle Regioni e ai Comuni il compito di controllare i territori con il numero di contagi più alto.
Conte vuole preservare l’economia ma prima ancora la salute. Anche il Parlamento è stato avvisato insieme alle forze dell’Opposizione. “Non possiamo perdere tempo, non possiamo permetterci un altro lockdown – ha iniziato la sua conferenza stampa il premier Conte.
Tra le novità: i sindaci potranno disporre la chiusura di vie e piazze dove si creano assembramenti. Dalle 5 alle 24 pasticcerie e ristoranti aperti come i bar ma solo se c’è la possibilità di consumare ai tavoli, l’asporto è consentito fino a mezzanotte. Massimo 6 persone al tavolo al ristorante, nessuna limitazione di orario in ospedali, aeroporti e autostrade. Sale giochi come il Bingo aperte solo fino alle 21. Le attività scolastiche continuano in presenza, le superiori avranno modalità flessibili con ingresso a partire dalle ore 9 e se possibile turni pomeridiani, così anche le università.
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Coronavirus, Conte firma Dpcm: “massima precauzione in casa”
“Massima precauzione con parenti e amici” La strategia non è e non può essere la stessa della primavera: in questi mesi abbiamo lavorato intensamente – ha detto ancora Conte -. Le misure più efficaci restano le precauzioni di base: mascherina, distanziamento e igiene delle mani. Facciamo attenzione nelle situazioni in cui abbassiamo la guardia, con parenti ed amici. In queste situazioni occorre massima precauzione”. “Il governo c’e’ ma ciascuno deve fare la sua parte”.
Vietato lo sport da contatto a livello amatoriale, consentiti sport in forma individuale e professionistici. Vietate sagre e fiere locali ma consentite nazionali e internazionali. Palestre: intenso dialogo. “I protocolli non sempre garantiti quindi daremo una settimana di tempo per adeguarli se avverrà non ci sarà ragione di chiudere altrimenti – lo prennuncio – saremo costretti a farlo.
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