Riceve a casa l’esito del tampone fatto al figlio piccolo ma in realtà è tutto falso perché il bambino è morto 18 mesi prima, e non di coronavirus.
Immaginate il dolore per un padre e una madre quando vedono arrivare della posta indirizzata ad un figlio che non c’è più. Se poi questa è l’esito di un tampone mai fatto, allora oltre alla trsitezza subentra amarezza, e rabbia. Nessuno aveva chiesto di fare un tampone al figlioletto, e il 29 settembre per di più; 18 mesi dopo la morte del piccolo, scomparso ad 1 anno per una grave malformazione.
Nulla a che vedere con il coronavirus, dunque. Eppure il fantomatico reparto di patologia clinica dell’ospedale di Prato diretto dal dottor Ismaele Fusco, pare abbia fatto un tampone ad un morto. A raccontarlo è il giovane padre del bambino, Lorenzo Vieri, 33 anni. Non hanno ancora metabolizzato in famiglia la perdita di un figlio, che vengono beffati da chissà chi. Non è che qualcuno ci guadagna sul censimento e sui tamponi fatti?
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Gli arriva risultato tampone di suo figlio, ma il piccolo era morto: “assurdo e vergognoso”
Secondo il foglio arrivato a Vieri, corredato di numero di richiesta e identificativo del paziente, il bambino, nato il 10 febbraio 2019 all’ospedale di Careggi di Firenze e morto il 22 marzo dello stesso anno all’ospedale pediatrico Meyer, avrebbe eseguito il tampone il 29 settembre 2020, alle 14,04.
Un certificato di morte e insieme l’esito di un tampone fantasma. “Io non conosco il dottor Fusco e non sono mai andato all’ospedale di Prato – spiega il papà del piccolo deceduto – Non capisco come abbiano fatto a redigere un referto tanto sconcertante”. Il padre di G. oltre ad aver subito la perdita del figlio, ha visto finire il suo matrimonio, ed è ancora sotto choc. E ora si trova di fronte ad una beffa: deve fare i conti con le mancanze del sitema sanitario. Un assurdo errore medico lasciato passare senza alcuna verifica da parte dell’Asl.
“Ma, se vogliamo – spiega ancora Vieri – la cosa ancor più agghiacciante è che nel documento si dice che il referto originale è conservato presso il laboratorio di biologia molecolare dell’ospedale di Prato. Sarei curioso di sapere che cosa c’è scritto. Io non ho ancora chiamato l’Asl per chiedere spiegazioni ma ho già contattato il mio avvocato e mi riservo azioni legali nei loro confronti”.
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