Gainni Tuccillo, 60enne di Scampia, è malato di Covid ma con patologie pregresse importanti. E chiede disperatamente di poter vivere.
Chiedere disperatamente di poter vivere. Sembra un paradosso in un Paese nel quale la Costituzione garantisce a tutti i cittadini l’assistenza sanitaria e la salute pubblica. Ma in periodo di coronavirus ogni cosa viene stravolta. E così capita che la sanità campana sia al collasso per i troppi ricoveri e chi, come Gianni, ha bisogno di altre prestazioni urgenti che non riguardino il virus, rischia di morire.
Gianni Tuccillo ha 60 anni, è di Napoli, Scampia. Sabato scorso aveva la febbre e la tosse, gli hanno fatto un tampone ed è risultato positivo al Covid. Fin qui nulla di anormale seppur drammatico. Ma il problema è che Gianni è anche un paziente con gravi patologie regresse, fino ad oggi curate con costanza e frequenza quotidiana.
Gianni è dializzato da anni e nessuna struttura sanitaria ha a disposizione abbastanza posti per i pazienti in dialisi. Se non fa le dialisi, Gianni può morire, e non di coronavirus. Chissà quanti uomini e donne non sono morti di coronavirus anche se erano contagiati.
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Gianni Tuccillo ha registrato un videomessaggio e lo ha spedito all’Aned e a Fanpage. Le sue parole sono drammatiche: Gianni non vuole morire.
Il suo appello, vuole essere proprio un grido di aiuto, oltre che un appello di sensibilizzazione per l’aumento dei posti letto per dializzati:“Mi chiamo Gianni Tuccillo, ho 60 anni e sono di Scampia.
Purtroppo sono stato contagiato dal Coronavirus e non riesco a fare la dialisi bene”. “Da sabato – racconta – sto passando i miei guai. Ho scoperto di essere positivo al Coronavirus dopo aver fatto il test privatamente.
Al Centro Dialisi mi hanno detto di rivolgermi al Cotugno per il ricovero. Sono venuto in ospedale sabato stesso dove mi hanno fatto il tampone che ieri mattina ha dato esito positivo.
Intanto, però – continua Gianni – fare la dialisi è diventata un’impresa. Ieri, l’ambulanza del 118 è riuscita a portarmi solo nel tardo pomeriggio al centro di Scafati, dove sono riuscito a fare 2 ore e mezza di dialisi, mentre normalmente ne faccio 4 ore ogni due giorni.
Poi hanno cercato un posto per il ricovero fino a tardi, senza riuscirci. Ma io non posso continuare a chiamare l’ambulanza ogni due giorni. Stamattina, grazie a mio figlio che ha chiamato i carabinieri, è arrivata l’ambulanza e ora siamo in attesa, dietro altre ambulanze, al Cotugno che si liberi un posto per il ricovero.
Non voglio morire. Aiutatemi.
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