L’operatore dell’Oasi di Troina fermato con l’accusa di avere violentato una ragazza disabile malata di Covid, prova a difendersi goffamente.
Prova a difendersi l’operatore sanitario che ha violentato una ragazza disabile ricoverata all’Oasi di Troina (Enna) perché malata di Covid. E lo fa usando frasi che per lui invece di essere aggravanti, sono attenuanti. Del tipo: “era lei che mi provocava”, come se fosse così difficile controllare i propri impulsi di fronte al disagio di una ragazza sfortunata e per giunta malata di coronavirus.
E poi: “È successo solo una volta”. Anche qui, come se una violenza fosse meno grave se fatta una sola volta. Una violenza, oltretutto, che spesso lascia ferite laceranti dentro l’anima e non solo sul corpo. Sono solo alcuni passaggi della deposizione che ha reso al magistrato il 39enne arrestato per stupro a Enna. Il procuratore, tuttavia risponde: “Fatto di estrema gravità”.
La giovane, quando è stata violentata, era malata di Covid, e oggi è incinta al sesto mese.
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Ha violentato una ragazza disabile, la struttura di Troina non si capacita
L’operatore sanitario della struttura è ora accusato di violenza sessuale aggravata dall’aver commesso il fatto ai danni della donna disabile nel momento in cui la stessa era a lui affidata.
A denunciare i fatti alla Squadra Mobile l’avvocato di famiglia della ragazza che soffre di gravissime patologie causate da una rara malattia genetica. C’erano pochi dubbi su chi fosse stato, ma una volta interrogato, l’operatore si è spesso contraddetto, fino a crollare: “È successo solo una volta…”, ha detto ai magistrati.
La stessa Oasi di Troina ha annunciato provvedimenti disciplinari per il dipendente, che lavorava da due anni nella struttura. “Dobbiamo superare insieme questo momento difficile che tocca tutto il territorio – dice in una nota il presidente dell’Oasi, don Silvio Rotondo – In 65 anni di vita della nostra realtà è la prima volta che ci troviamo di fronte ad un evento simile. Tutti i nostri operatori sono da sempre educati, non solo a livello professionale, ma anche a livello etico, attraverso specifici corsi sulla mission dell’opera”.