Francesca Barra, quel dolore che non può superare: le parole sul figlio perso commuovono

Francesca Barra ha rievocato il dolore per la perdita del figlio che aspettava con Claudio Santamaria, un lutto insuperabile che ha voluto condividere con i suoi fan.

Francesca Barra
Francesca Barra | Fonte Foto Instagram

In questi giorni si è molto discusso sul servizio fotografico di John Legend e Chrissy Teigen scattato nel momento più duro della vita di un genitore, la perdita di un figli. Chrissy era in attesa del suo terzo bambino quando è stata ricoverata con urgenza in ospedale a causa di un’emorragia, qui no c’è stato niente da fare per il bambino. La coppia ha quindi deciso d’immortalare quei momenti e poi condividerli con i loro fan.

Sulla scelta della coppia si è molto discusso in questi giorni, in molti hanno espresso la loro contrarietà verso quella che è stata definita una spettacolarizzazione del dolore. Nel dibattito è intervenuta con lucidità anche Francesca Barra, colpita in prima persona dalla medesima perdita, ha deciso di andare oltre, fare un passo verso i due genitori e capire il perché di questa scelta.

Nelle sue ricerche ha scoperto che esistono nel mondo organizzazioni che aiutano le coppie in questi momenti, anche con kit ricordo, così da fermare nel tempo quel figlio che non ha mai avuto la fortuna di venire al mondo.

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Francesca Barra rievoca il suo dolore, le sue parole colpiscono il web

 

Francesca Barra
Foto da Instagram: @francescabarra1

Il racconto di Francesca Barra ha molto colpito i suoi follower su Instagram, la scrittrice ha infatti rievocato il suo dolore dopo la perdita del figlio che aspettava, svelando dii aver trovato maggior supporto nel mondo online, dove genitori che hanno affrontato la medesima perdita hanno condiviso con lei il proprio lutto.

La Barra ha svelato come persone a lei vicine le abbiano fatto notare la fortuna di avere già tre figli: “Come se un’assenza così tragica potesse essere compensata” ha commentato su Instagram. Sul suo profilo in molti hanno raccontato esperienze simili e si dice lieta di aver aiutato alcuni ha guardare sotto un altro punto di vista la scelta di John Legend e sua moglie.

“Bisogna lasciare le persone libere di creare una rete, anche fra persone attraversate dal dolore” parole che hanno commosso e colpito i fan di Francesca Barra.

Il post di Francesca su Instagram

 

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Mi avete scritto messaggi bellissimi. Siete partiti da “io non lo farei mai”, a messaggi in cui invece vi sforzavate di comprendere, al di là della vostra etica e volontà, il motivo per cui altre persone agiscono o condividono. Quindi grazie per questo esempio composto! Avete voluto inviarmi anche privatamente le vostre esperienze sulla perdita di un figlio e sono commossa per la fiducia. Mi ha colpito leggere la vostra sofferenza per non essere stati “compresi” fino in fondo vivendo il lutto per un figlio mai nato o nato e morto dopo poche ore, come se fosse un tabù. Per aver dovuto ingioiare messaggi come :” Era solo una mestruazione” (terzo mese), consolazioni su altri figli, sull’età , confronti con altri tipi di lutto. Come se esistesse un termometro che determina il peso di un dolore personale. “Pensa a chi l’ha perso più grande”. No, è imparagonabile: i dolori non sono mai comparabili! Avete per questo dovuto soffocare le vostre lacrime, vi siete spesso sentiti giudicati e quasi “esagerati”, in “colpa”, in “difetto”, “ingrati”, “mi dispiace per il vostro lutto, ma…”( aggiungendo priorità su questioni pratiche, come per dire, ma ora svegliati dal sogno e torna con i piedi per terra!). Questi i termini che avete utilizzato. Mi avete anche confessato di aver cambiato la vostra posizione sulle foto di John Legend e sua moglie. Non tanto per il servizio fotografico utilizzato, ma per il fatto che bisogna lasciare le persone libere di creare una rete, anche fra persone attraversate dal dolore. Per provare a sentirsi meno soli, meno incompresi. Per questo ci regalo oggi la fotografia di una scultura commovente dell’artista slovacco Martin Hudáčeka dedicata ai figli mai nati . Perché possiamo anche non essere d’accordo, ma provare a ragionare con empatia e compassione, è un grande passo per cambiare la comunicazione. Anche quando pensi, appunto, che : “io non lo farei mai”. Forse quelle foto sono servite proprio a questo, no?

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