La storia arriva dagli Stati Uniti, dove alcune guardie carcerarie avrebbero sottoposto cinque detenuti a svariate torture, tra queste l’ascolto forzato di musica per bambini.
La storia ha dell’incredibile, e riguarda tre guardie carcerarie del penitenziario dell’Oklahoma, negli Stati Uniti. I tre sono accusati aver ammanettato al muro almeno cinque detenuti, costringendoli poi non solo a restare in piedi per ore. In questo arco di tempo, inoltre, i tre hanno letteralmente torturato i carcerati obbligandoli ad ascoltare la canzone per bambini “Baby Shark”.
Christian Miles e Gregory Butler, agenti ventunenni, insieme al loro responsabile Christopher Hendershott, si si darebbero divertiti almeno in cinque occasioni a torturare letteralmente i detenuti nelle stanze in cui generalmente si attende l’arrivo del proprio avvocato per il colloquio. La durata dell’ascolto, ripetuta più e più volte, ovviamente variava a seconda della durata della canzone che si era scelto di far ascoltare ai detenuti.
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Usa, torture in carcere con musiche per bambini: Le reazioni
Il responsabile dei due agenti è ritenuto doppiamente colpevole, di non aver punito i suoi sottoposti e di non aver preservato i diritti dei carcerati. Praticamente torturati da quello che secondo gli agenti, non era altro che un gioco, qualcosa che facevano per ridere un po’. Il carcere della contea in questione non è nuovo a certi episodi, conta infatti numerosissime cause legali, tra ex detenuti e guardie carcerarie.
L’ascolto forzato di musica, inoltre, è considerata una vera e propria forma di tortura, in quanto operazione che porta alla privazione del sonno a causa dell’eccessivo e fastidioso rumore. Pratiche simili ad esempio, venivano utilizzare anche in Iraq, dai militari americani contro i prigionieri iracheni. Di certo una pagina non bella, che ancora una volta chiama in causa il sistema penitenziario statunitense, ed in generale le condizioni di vita dei carcerati.
Anche in Italia, soprusi ed atteggiamenti particolari da parte delle guardie carcerarie sono spesso denunciate dagli organi di competenza e dalle associazioni di settore. Spesso i diritti dei carcerati sono di fatto garantiti, ma al contrario, sempre più spesso restano soltanto carta, soltanto pure indicazioni di cui non si tiene alcun conto.
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