La storia arriva dal web, violenta e sconsiderata come quasi sempre accade. Selvaggia Lucarelli è la vittima di una sfida assurda, lanciata a colpi di visualizzazioni.
Selvaggia Lucarelli, suo malgrado, è la protagonista di un assurda sfida lanciata sui social. Una storia di profonda violenza e manifestato odio, perchè non si può parlare d’altro, che prevede una vittima, ignara, di fatto incolpevole ed un carnefice, spietato, senza alcun rimorso, senza alcuna remora, spietato e deciso verso l’obbiettivo prefissatosi. Lo scopre per caso Selvaggia Lucarelli, su Instagram, dove nota un video che la riguarda.
Un uomo, con una sua foto. Poi la foto va giù e l’uomo comincia ad urinarci sopra. L’immagine di una violenza inaudita ovviamente sconvolge la giornalista, ma non è tutto. L’uomo invita alla condivisione del video, considerato il numero altissimo di follower che si ritrova, lancia la sfida. 2000 mila euro a chi condivide il video con più persone. Un premio in denaro a chi è capace di mostrare il video a più persone, l’episodio rasenta la follia.
Selvaggia Lucarelli vittima dei social: Le reazioni
L’odio social è qualcosa che purtroppo esiste ha provato a spiegare Selvaggia Lucarelli, spesso in prima linea proprio contro pagine web e social che in qualche modo innescano nell’utente finale un meccanismo di reazione fortemente inappropriato e spropositato, che si manifesta quasi sempre in atti di pura violenza. Non è stupita più di tanto la giornalista, che afferma con certezza che quella persona in sua presenza non avrebbe mai fatto una cosa del genere, ma il web è diverso, i social danno una sorta di coraggio che nella realtà non esiste.
Oggi una pagina da 2 milioni e mezzo di utenti ha pubblicato il video di un tizio (ha 25 000 follower) che fa la pipì su una mia foto alla stazione di Torino offrendo 2000 euro a chi mi avrebbe taggata più volte. (arrivati circa 20 000 tag col mio nome). Va così. pic.twitter.com/3QqvW0xd1F
— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) October 6, 2020
Cita il caso del folle di Macerata che riprese i suoi stessi spari sugli stranieri, e poi le ammissioni dell’uomo che dichiarò di essere stato fomentato da ciò che leggeva sui social dai messaggi estremamente violenti che lo abitano. Basterebbe maggiore sostegno a chi cerca di evidenziare alcuni intoppi nel sistema, spiega la Lucarelli, che ricorda di essere rimasta di fatto sola, senza alcuna tutela e protezione, quando ha provato a denunciare determinati siti e pagine social.