Si chiamava Valentina Milluzzo la donna morta a 39 anni il 16 ottobre 2016 durante il parto dei suoi gemellini. Secondo la famiglia i medici avrebbero potuto salvarla
Un increscioso caso di cronaca nera è tornato prepotentemente in auge. Si tratta della storia di Valentina Milluzzo donna deceduta a 32 anni il 16 ottobre del 2016 all‘ospedale Cannizzaro di Catania con i suoi gemellini che portava in grembo. Tutto è iniziato il 29 settembre quando la donna è stata ricoverata perché il collo dell’utero si era aperto.
In seguito la donna ha avuto delle complicazioni, ma i medici obiettori si sono rifiutati di procedere con l’aborto visto che sentivano ancora il cuore battere. Purtroppo però sembrava che per i piccoli non ci fosse più nulla da fare, mentre Valentina si sarebbe potuta salvare interrompendo la gravidanza. Non è andata così. La donna si è spenta a causa di una sepsi che l’ha stroncata in meno di 12 ore. In seguito al decesso però, 7 medici del nosocomio siciliano sono finiti a processo con l’accusa di concorso in omicidio colposo plurimo.
Valentina Milluzzo, la straziante denuncia dei familiari
Secondo i genitori, i dottori erano già a conoscenza dell’infezione maturata visto che già due giorni prima del ricovero il tampone effettuato dalla donna aveva evidenziato delle anomalie.
Intervenuta al programma Storie Italiane Giusy la madre di Valentina è tornata sulla questione, rincarando la dose: “Hanno insabbiato tutte le prove, mi hanno consegnato mia figlia in una bara. Bastava fare un aborto terapeutico. Non si può morire così. Adesso vogliono imbrogliare dicendo che l’avevano avvertita, quando invece non era vero. Valentina non era una stupida, non sarebbe mai andata incontro ad una morte certa”.
Poi svela un aneddoto sulla figlia: “Quando l’ho vista l’ultima volta mi ha detto che stava morendo. Io però le risposto di no. Ormai non potrà più tornare, ma l’ignoranza negli ospedali non deve più esistere”.
Dal canto suo l’ospedale continua a difendersi, affermando che quando i medici sono contrari all’aborto ci si avvale di figure esterne. Il processo nel frattempo prosegue: prossima tappa il 22 dicembre con una nuova udienza.