Salvini cancellato, si lavora ai nuovi decreti sicurezza. Importanti novità anche da parte del ministro della Giustizia, Bonafede.
I decreti voluti dall’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, verranno spazzati via dalle nuove norme che da ieri il governo sta studiando e approvando – i lavori erano iniziati già a luglio con la ‘spinta’ del ministro Lamorgese – per potere aprire una nuova pagina in materia di immigrazione, giustizia e sicurezza. Quasi tutti i ministri coinvolti si scagliano contro il leader della Lega: anche quelli che avevano firmato con lui i decreti del governo gialloverde.
“Abbiamo messo fine alla pagine buia dei decreti in-sicurezza di Salvini”, ha commentato il ministro Teresa Bellanova. Passano dunque le norme che superano le sanzioni milionarie alle Ong e riformano il sistema dell’accoglienza.
In materia di sicurezza, nasce il “Sistema di accoglienza e integrazione”. Cosa succede: le attività di primo soccorso e assistenza continueranno a essere svolte nei centri governativi ordinari e straordinari. Poi, due livelli di valutazione: il primo sui richiedenti protezione internazionale, il secondo a coloro che ne sono già titolari, con servizi aggiuntivi finalizzati all’integrazione.
Tra i più felici delle nuove norme spazza Salvini, c’è la ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova. Le decisioni di Salvini “avevano rigettato nell’ombra e nell’invisibilità migliaia di uomini e donne trasformati da una norma sbagliata e malvagia in clandestini e privati […]
Abbiamo mantenuto l’impegno preso subito dopo la nascita di questo governo e tenuto fede a principi per noi assolutamente fondanti. Reintrodurre la protezione umanitaria, ripristinare il sistema di accoglienza diffusa, rendere più semplici le procedure per accedere alla cittadinanza, riaffermare i principi su cui si fonda il Codice di navigazione”.
Anche il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, esulta. “I decreti insicurezza di Salvini vanno in soffitta. Il Pd ripristina la civiltà e lo stato di diritto. Si cancella una vergogna e si riorganizza l’accoglienza per promuovere l’integrazione e garantire la sicurezza per tutti”.
In materia di Giustizia, su proposta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, viene introdotto il reato penale per chi introduce in carcere un cellulare a un detenuto. La pena va da uno a quattro anni sia per chi lo introduce sia per chi lo riceve. Con Salvini, il reato era inteso come illecito disciplinare sanzionato all’interno del carcere.
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