17enne ucciso a Napoli: indagato il poliziotto che gli ha sparato

E’ un atto dovuto, dicono gli inquirenti. Indagato il poliziotto che ha sparato, uccidendolo, il 17enne Luigi Caiafa. Mistero sulla vicenda.

Un atto dovuto, indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Il poliziotto che ha sparato al 17enne L. C., uccidendolo, dovrà rispondere dei tanti interrogativi che circondano una vicenda drammatica sia per la morte di un giovanissimo che per la coscienza di un uomo che stava facendo il suo dovere.

La dinamica della sparatoria sin da subito sembrava chiara: due ragazzi su uno scooter rubato stavano tentando di rapinare altri giovani su una Mercedes. In quel momento – erano le 4 del mattino – passava una pattuglia dei Falchi. Sembra che il minorenne abbia puntato una pistola (finta) verso i poliziotti e uno di loro ha aperto il fuoco uccidendo il ragazzo.

Ma gli inquirenti stanno lavorando sul caso per capire se le cose siano andate davvero così: se davvero il giovane ucciso abbia puntato una pistola contro i poliziotti pur sapendo che le armi dei falchi erano vere e quindi poteva essere ferito, oppure se abbia tentato la fuga insieme con il complice, 18enne, Ciro De Tommaso. L’autopsia su L.C. stabilirà con esattezza cosa è successo in quei drammatici minuti. E ora il poliziotto indagato potrà avvalersi di un consulente che potrà assistere all’esame autoptico.

Luigi Caiafa ucciso a Napoli, indagato il poliziotto che gli ha sparato: “stavano solo scherzando”

luigi caiafa e il padre ciro

In questi giorni di altissima tensione mediatica intorno alla vicenda di Napoli, non sono mancate le parole dei familiari del 17enne ucciso, e anche di quelli del complice, figlio del pentito Gennaro De Tommaso detto “Genny ‘a Carogna”. La moglie di quest’ultimo ha detto che i ragazzi conoscevano bene le presunte vittime della rapina, erano amici, “stavano solo scherzando”.

Il padre del ragazzo ucciso, Ciro Caiafa, ha detto tra le lacrime che il figlio si era allontanato dalla criminalità e che era ‘messo alla prova’ dal Tribunale e lavorava come pizzaiolo per riprendersi piano piano la vita. L’uomo, pregiudicato e agli arresti domiciliari, ora chiede giustizia: ha appreso con soddisfazione la notizia del poliziotto che ha ucciso il figlio, finito nel registro degli indagati. “Non si può morire così a 17 anni” – aveva detto.

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