In due scuole della Capitale casi di coronavirus che di fatto in un modo o nell’altro impediscono il regolare svolgimento delle lezioni.
Due scuole chiuse, ragazzi in quarantena, docenti che mancano. E’ la triste condizione vissuta da due istituti romani, alle prese con il Covid19 ed i suoi effetti l’una, e con la carenza di personale l’altra. A Ostia, una insegnante di sostegno del plesso Garrone, è risultata essere positiva al coronavirus, e ricoverata in ospedale. L’insegnante aveva effettuato presso la sua scuola di appartenenza anche diverse supplenze.
Con le supplenze, chiaramente è aumentato a dismisura il numero di studenti con i quali la professoressa è entrata in contatto, si stima circa 200. A questo punto, considerata la gravità della situazione, si è deciso insieme alle autorità sanitarie, di mettere in quarantena praticamente tutti, e chiudere l’istituto scolastico per due settimane. Soluzione inevitabile considerati gli enormi rischi al quale tutti erano esposti.
Roma scuole chiuse per Covid 19: L’Infernetto
Caso diverso invece all’Infernetto, dove presso l’Istituto Mozart si è vissuta una enorme condizione di disagio causata dalla mancanza di insegnanti. Considerata quindi l’impossibilità di inviare insegnanti in più classi, considerati che questi coprono già più sezioni, si è deciso di passare anche qui all’azione drastica. Istituto chiuso per due giorni e tutti a casa, in attesa che la situazione possa tornare alla normalità.
I casi di Roma seguono alla lettera ciò che era già successo a Genova, dove per evitare di esporre al rischio contagio studenti e personale di un istituto superiore della città, si è deciso per la chiusura e la relativa quarantena di tutti. Il motivo scatenante, la positività di un ragazzo al Covid 19. La situazione resta purtroppo delicata, in ogni regione e città di Italia. Le scuole rischiano, e rischiano tanto, e quando non si trovano ulteriori soluzioni sono costrette a chiudere.
Studenti, insegnanti e personale tutto, vivono si in prima linea il rischio contagio, ma allo stesso tempo sono costretti a rinunciare a tutto nel caso in cui il contagio avvenga, proprio perchè, nella maggior parte dei casi, strutture ed organizzazione non consentono altre soluzioni.