Sindacato di polizia in rivolta per la creazione di un corso di pugilato per i detenuti del carcere di Rebibbia, dure le reazioni
I detenuti del carcere di Rebibbia, tra le attività ricreative, create ad arte per evita il continuo dolce far niente, anche se parliamo di un carcere, si troveranno davanti una bella sorpresa. Secondo programma dovrebbe partire un corso di pugilato, dedicato ovviamente a chi tra gli stessi detenuti possa pensare di essere interessato a questo tipo di attività. Molte polemiche sono ovviamente seguite alla voce dell’ideazione del corso.
Su tutte, a tenere banco sono le reazioni dei sindacati di polizia, che ritengono un corso di questo tipo come altamente pericoloso, perchè consentirebbe di fatto, secondo la loro idea, l’acquisizione da parte dei detenuti di particolari tecniche di aggressione. La polizia teme l’aumento della violenza nelle carceri anche grazie a corsi come questo. Si chiede l’intervento del ministro Bonafede, si legge in alcune note, perchè chiarisca questa bizzarra situazione.
Pugilato a Rebibbia, aumenteranno i casi di violenza?
Secondo i numeri forniti dai sindacati di categoria, le aggressioni nei confronti delle forze di polizia impiegate all’interno delle carceri su tutto il territorio nazionale, sono visibilmente aumentate. Cifre che toccano vette importanti se si pensa a circa mille aggressioni soltanto nel 2019, alle minacce subiti, ed ai tentativi vari di sovvertire regolamenti ed obblighi in vigore per i detenuti. Ovunque l’insubordinazione risulta in fase di crescita purtroppo.
Questo tipo di attività potrebbero benissimo essere sostituite con qualcosa che possa essere utile anche per la comunità ,sotto il profilo ambientale ad esempio. Impiegare i detenuti per qualcosa di realmente utile e costruttivo fanno sapere i sindacati. Le aggressioni nei confronti delle forze dell’ordine in effetti sono all’ordine del giorno ormai. Tra carceri, centri d’accoglienza con continue fughe di immigrati, cortei, manifestazioni ecc.
Un corso di pugilato, non rappresenta il massimo in certi ambiti, quando ci si dovrebbe trovare in un contesto in cui l’occupazione e la formazione dei soggetti dovrebbe passare per altre dinamiche. Le forze dell’ordine non nascondono preoccupazione insomma,e la situazione rischia di diventare rovente.