Aumentano i dettagli sul duplice omicidio di Lecce, le parole dell’assassino creano sgomento e lasciano parecchi dubbi sulla reale condizione del ragazzo.
La confessione di Antonio De Marco, l’assassino di Eleonora e Daniele, la giovane coppia di fidanzati di Lecce, brutalmente uccisi a coltellate da mano certa e sicura. Una mano che aveva premeditato tutto, ed aveva scelto di compiere questo drammatico e tragico gesto perchè infastidito, queste le sue parole, dalla eccessiva felicità della coppia. Una cosa che urtava la sua stabilità, al punto di decidere di ammazzarli, senza alcuna pietà.
Ha confessato il giovane De Marco, ha confessato ed ha tirato fuori particolari e dettagli che fanno venire la pelle d’oca. La tranquillità con la quale afferma di essere infastidito dalla felicità della coppia è da brividi. Impossibile da immaginare tanta instabilità e tanta insicurezza, perchè è certamente anche di questo che parliamo. Il piano costruito nei minimi dettagli, la scelta di intervenire per interrompere quella storia d’amore.
Lo zio dell’assassino: “Mio nipote, un ragazzo tranquillo”
Stupore ed indignazione anche da parte dei familiari dell’assassino. Lo zio del ragazzo, ha infatti dichiarato che mai si sarebbe aspettato un comportamento del genere da suo nipote, solitamente un ragazzo tranquillo, di poche parole, un ragazzo dal quale non ci si sarebbe mai aspettati un gesto tanto orribile. E poi lo stesso zio del ragazzo, ha precisato quanto fosse unita la loro famiglia, senza alcun tipo di problema.
Antonio De Marco aveva accumulato, tanta, troppa rabbia, queste le sue parole. Troppa rabbia nei confronti di quei due ragazzi, con i quali aveva anche convissuto, e per i quali probabilmente covava una sorta di invidia, per come andava la loro vita, e forse per come non andasse la sua. E cosi ha fatto scattare il suo piano, studiato nei minimi dettagli, perchè nulla sfuggisse al suo controllo.
Incontrarli a casa loro e poi farli fuori, come la più atroce scena di un film, come qualcosa di non vero, come la rabbia che inspiegabilmente di annebbia il cervello e fa venire fuori quel mostro che non si conosceva, ma c’era e non aspettava alto che uscire allo scoperto.