Nonostante la definizione del nuovo patto europeo sui migranti, il Viminale ha autorizzato lo sbarco in Sardegna della nave Alan Kurdi
E alla fine arrivano sempre in Italia. Il ministero dell’Interno ha ceduto alle richieste dell’Europa autorizzando l’attracco in Sardegna (nei pressi di Arbatax) della nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye. Una decisione dovuta anche al peggioramento delle condizioni meteorologiche marine, che non consentivano all’imbarcazione di poter proseguire il viaggio verso altri porti europei.
Andando a ritroso, da diversi giorni il “barcone” con a bordo 125 persone (di cui 87 minorenni) viaggiava nelle acque del Mediterraneo alla ricerca di un porto sicuro. Germania, Italia, Francia e Malta continuavano a discutere su dove dovesse attraccare la nave scaricandosi di continuo la responsabilità.
Inizialmente data la vicinanza si pensava potesse sbarcare a Malta, che però ha subito chiesto all’Italia di prendere in carico la questione. Da Roma però è arrivato un secco no e dopo aver prestato soccorso ad alcuni dei passeggeri tra cui 5 bambini, si è rivolta alla Germania (sede della Ong che ha organizzato il viaggio), nella fattispecie al centro di controllo tedesco con sede a Brema.
La mancata risposta delle autorità teutoniche ha spinto il comandante della nave a proseguire verso Marsiglia, dove il sindaco si era reso più che disponibile. Il ministro dell’interno francese, su una lunghezza d’onda differente, ha bloccato tutto e ha chiesto al Bel Paese di farsene carico, almeno per quanto concerne lo sbarco. Infatti solo 25 migranti resteranno in Italia, gli altri secondo le nuove procedure di ricollocamento previste dall’Europa saranno trasferiti in altri stati del vecchio continente.
Insomma, alla fine il nostro paese è sempre vicino al prossimo e a queste persone che provano a venire qui per poter cambiare vita. Giustamente però non è possibile poterle ospitare tutte e per questo è stato definito il nuovo patto europeo inerente i migranti.
La commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen ha parlato della nuova misura che di fatto sostituirà il Trattato di Dublino. Un cambiamento importante che fa scattare una più che lecita curiosità. Cosa prevede il nuovo accordo? I paesi dell’Unione Europea si fanno volontariamente carico del primo approdo senza distinzioni tra rifugiati di guerra e chi invece arriva con la speranza di trovare una stabilità. Tutti coloro che arrivano dal mare hanno gli stessi diritti.
E la ricollocazione? Si terrà conto dei legami di parentela. Dunque se un migrante ha un parente in uno Stato dell’UE, verrà mandato lì dove sono presenti i suoi affetti, in modo tale da potersi integrare più facilmente. Altro criterio riguarda il passato. Chi ha lavorato o studiato in un determinato paese, farà ritorno lì.
In ultima istanza (non per ordine di importanza), ci sono i casi di coloro a cui per qualsiasi motivo verrà respinta la richiesta di asilo. In questo caso è prevista una cooperazione economica facoltativa per aiutare i migranti a far rientro nel proprio paese d’origine.
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