“Mio figlio è cieco e paraplegico, ma tutti pensano a giudicarmi per un rossetto”

Si sfoga una mamma italiana, in una lettera scritta ad un conosciuto portale: si sente giudicata, ma le persone si fermano alle apparenze.

"Mio figlio è cieco e paraplegico, ma tutti pensano a giudicare me", lo sfogo di Veronica
Veronica con il figlio, D. (Fonte foto: Facebook)

Si è rivolta a Fanpage.it, la giovane mamma, Veronica La Camera, di 26 anni. Cinque anni fa, dichiara: “Mi è cambiata la vita dall’oggi al domani”. Suo figlio infatti, ha diversi problemi fisici tra cui tetraparesi spastica ed ipovisione.

Si sente però giudicata soltanto per il colore del rossetto o per la piega di un vestito e prega le mamme che hanno figli sani ed anche tutti coloro che tendono a giudicare, di andare oltre le apparenze e capire il suo dramma.

Veronica, mamma del piccolo Dyaln: “Ho sacrificato la mia vita”

Veronica La Camera (Fonte: video fanpage.it)

Veronica è una donna forte, oggi di anni ne ha 26, ma quando nacque il suo D. ne aveva soltanto 21. Scrive una lettera di sfogo e non per lamentare la sorte del suo figlioletto, ma perché stufa di quanto in Italia, ancora non si vada oltre le apparenze. Il figlio ha diversi problemi, anche lui affetto da tetraparesi spastica, come Sirio, il bimbo che ha sorpreso tutti andando a scuola sulle sue gambe.

“Sono Veronica La Camera, ho 26 anni e cinque anni fa mi è cambiata la vita dall’oggi al domani”. Inizia così la lettera della giovane, con poche ma significative parole, “I dottori non hanno capito che ero in gestosi e ho avuto una crisi eclamptica alla 31esima settimana di gravidanza. Sono entrata in coma e dopo 5 giorni c’è stato il risveglio. Un risveglio che mai nessuna ragazza a 21 anni vorrebbe avere. Poi ho partorito e nei mesi successivi io e mio marito abbiamo scoperto che il nostro bambino, D., era affetto da tetraparesi spastica, ipovedente al punto da vedere a 5 centimetri di distanza solo le ombre, epilettico, disfagico“.

Ma Veronica spiega che la lettera, è atta a parlare di sé. Ma non come vanto, non per spiegare quanto sia brava ad essere una mamma a tempo pieno che, come spiega, da cinque anni praticamente non ha mai una pausa. Ma del fatto che chi non conosce la sua storia e la vede per strada, altro non fa che giudicare. Giudicano il rossetto, i tatuaggi, l’acconciatura, “La mia piega, fatta dalla parrucchiera che viene a casa perché io quel tempo per uscire e farmela in un negozio come tutte le altre non ce l’ho”, spiega.

Ed è questo il suo appello, che potrebbe valere per le storie di tutti. In tanti ancora oggi, in una società che dovrebbe essere molto avanzata, scelgono di giudicare le persone per quello che vedono, senza sapere quali siano le battaglie che esse segretamente, come Veronica, combattono da sole.

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