Una bambina di 7 anni rifiuta le cure in ospedale: non vuole tornare a casa dai genitori che la picchiano e abusano di lei.
Pur di non tornare nell’inferno della sua casa, una bambina di 7 anni preferirebbe morire. Quanto deve avere sofferto nella sua giovane vita, lo sa solo lei. Il corpo martoriato dalle botte dei genitori, la mente traumatizzata. Probabilmente la sorellina di 3 anni è stata meno ‘fortunata’ di lei, ed è morta qualche mese fa per “asfissia accidentale”, dicevano i medici. Ora, alla luce di quello che è successo alla sorella più grande, gli investigatori riaprono il caso e vogliono vederci chiaro.
La piccola di 7 anni è ricoverata in ospedale dopo l’ennesimo pestaggio da parte di entrambi i genitori. Sul suo piccolo corpo sono state trovate ferite gravissime causate dalle torture dei genitori: un polmone collassato, segni di bruciature sulla schiena, bruciature di sigaretta sulle braccia e sulle mani e segni di violenza sessuale. La bambina ha anche un’emoraggia interna che fa temere per la sua vita.
La terribile vicenda in Messico. Lo Yucatan Journal riporta che la bambina di 7 anni, si trova attualmente all’Hospital de Las Margaritas a Pueblo, in Messico. Ai medici, la piccola avrebbe detto: “Voglio morire … non voglio tornare dai miei genitori in modo che continuino a picchiarmi”. Lo sfogo drammatico è stato poi riportato dai sanitari alle forze dell’ordine.
La bambina non era nuova ai maltrattamenti. Una vicenda che ci ricorda quella del piccolo Evan di Modica, che ha pagato con la vita la crudeltà dei genitori. La bambina messicana è stata ripetutamente picchiata e torturata, ma anche abusata sessualmente, persino da uno zio. Eppure, nonostante le denunce dei vicini di casa, i genitori non erano mai stati arrestati. Questa volta sì, però. E rischiano anche per la morte della figlia di 3 anni, scomparsa per una misteriosa “asfissia accidentale”: chissà cosa le hanno fatto.
In un’occasione, ad agosto, i chirurghi hanno dovuto eseguire alla piccola di 7 anni, un innesto sulle ustioni ai glutei che erano così gravi da “distruggere parte del muscolo”. A febbraio era stata ricoverata in ospedale con tagli alle gambe.
Secondo il procuratore generale dello Stato di Puebla, i genitori del bambino,Rafael N. e Alejandra N., sono stati arrestati il 3 settembre ma le indagini continuano. Sono stati accusati di violenza familiare e abbandono di minori ma le accuse potrebbero diventare ancora più pesanti con l’aggiunta di stupro, tentato omicidio e omicidio.
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