Il padre l’aveva cercata ogni giorno, nuotando e con l’aiuto di un drone. E’ stato ritrovato il corpo della figlia annegata nel fiume Adda.
Voleva trovare il corpo della figlia per poterla piangere ogni volta che lo avesse desiderato. Ha nuotato ogni giorno dal momento della scomparsa di Hafsa, poi si è fatto aiutare da un drone acquistato con i pochi soldi che gli restavano. Ora il fiume Adda gli ha fatto il favore di restituirgli la figlia tanto amata.
L’immagine del padre Hamed, che ogni giorno si tuffava nel fiume Adda, aveva commosso tutti: l’uomo si trovava in Marocco per lavoro quando si è consumata la tragedia e la figlia è scomparsa nel fiume mentre era su una spieggetta con la cugina.
Non c’erano speranze di ritrovare viva Hafsa, ma al padre bastava ritrovarla, rivederla, ed è stata ritrovata da un pescatore.
Il padre che ogni giorno cercava la figlia nel fiume: il dono dell’Adda
Hafsa è stata ritrovata senza vita, dopo 20 giorni di ricerche, da alcuni pescatori che hanno visto un corpo galleggiare. Il padre è stato chiamato per il drammatico riconoscimento.
«Non posso smettere di cercarla – aveva detto – Mi sto dando da fare per trovarla e spero che ci sia qualcuno che con buona volontà voglia mettersi a disposizione per aiutarmi […] Io mi avvicino al fiume, a volte ci entro anche, rimanendo vicino alla riva. So nuotare bene e non voglio correre rischi, ma spero di trovare Hafsa, che magari è incagliata da qualche parte. […] O spero di essere lì quando il fiume la restituirà. Non posso rimanere a casa ad aspettare».
Non era lì quando il fiume gliel’ha nrestituita, ma era molto vicino.