Emergono nuove denunce ai danni dei fratelli Bianchi, in carcere per l’omicidio di Willy Monteiro. E hanno tutte un comune denominatore.
Altro che arti marziali. Da quello che emerge dalle denunce venute a galla nei confronti di Gabriele e Marco Bianchi – almeno sette – il modus operandi dei due non aveva nulla a che fare con i nobili valori delle discipline asiatiche. Così come avrebbero ucciso Willy Monteiro, altre volte hanno rischiato di uccidere. Sempre contro ragazzi più deboli, più piccoli fisicamente e non abituati alla violenza, e sempre almeno in quattro contro uno.
Non risulta mai una denuncia di lesioni che sia stata fatta da una persona che ha avuto la peggio in uno scontro ‘testa a testa’. Chiunque abbia raccontato alle forze dell’ordine di essere stati picchiati selvaggiamente dai Bianchi, ha disegnato sempre la stessa scena: futili motivi, una scusa per litigare e calci e pugni da tre o quattro persone, capeggiate dai Bianchi o almeno da uno dei due quando l’altro era altrove.
Probabilmente è anche per questo che i fratelli hanno paura dei detenuti di Rebibbia. Oltre ad essere odiati per come hanno ucciso Willy, si è sparsa la voce degli altri pestaggi sempre a presone più deboli. E nelle regole non scritte del carcere, picchiare i più fragili o i bambini, è un fatto gravissimo.
Fratelli Bianchi, nuove denunce: hanno tentato di mettere sotto l’auto un bengalese, poi l’hanno pestato
Marco Bianchi, andrà a processo per un’altra denuncia che gli era stata fatta da un ragazzo bengalese. L’imputazione è di lesioni gravi, questo per legge vuol dire che la vittima ha dovuto restare sotto le cure dell’ospedale almeno venti giorni. Il Messaggero ha raccontato del grave episodio che risale a quattro mesi prima l’omicidio di Willy Monteiro.
In quella occasione, Marco non era in compagnia del fratello Gabriele e nemmeno con gli altri coimputati per l’omicidio del capoverdiano. Ad aprile 2019, poi, avrebbero pestato di botte un indiano, dopo che lo avevano quasi investito con la macchina mentre stava attraversando la strada. In quell’occasione i due fratelli erano insieme.
Male aveva fatto a rispondere l’indiano quasi investito: “Ma siete pazzi?”, aveva detto ai Bianchi. Feriti nell’orgoglio (quale orgoglio?) i due fratelli erano scesi dall’auto e lo hanno riempito di pugni e calci provocando al poverino lesioni importanti in tutto il corpo.
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