Mancano pochissimi giorni alla corsa alle urne dei votanti svizzeri, l’idea sarebbe quella di bloccare la libera circolazione anche ai cittadini europei
Un referendum che potrebbe passare alla storia, quello a cui sono chiamati a rispondere i cittadini svizzeri, il prossimo 27 settembre. L’idea arriva dalla Destra Nazionalista, cioè dal partito Udc. Mettere fine a qualunque tipo di immigrazione, anche per chi arriva da un altro Paese dell’UE.
Governo e Parlamento, si sono già detti contrari all’idea un po’ estrema, lanciata dalla Destra, ma tutto è in mano ai votanti. Anche le Acli e le Missioni cattoliche italiane in Svizzera, hanno fatto sapere che appoggeranno il ‘No’.
Anche in Svizzera c’è chi ci perde, con il ‘Sì’
“Il 27 settembre 2020 il popolo svizzero è chiamato a votare sull’iniziativa popolare ‘Per un’immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)’. L’iniziativa chiede la fine della libera circolazione delle persone con l’Unione europea. La sua accettazione avrebbe conseguenze gravi per i posti di lavoro e la prosperità del nostro Paese, e questo in un momento in cui l’economia ha bisogno di stabilità e prospettive”.
Questo, uno dei comunicati che spiega le motivazioni per cui un nuovo referendum è stato indetto nel Paese confinante con Austria, Germania, Francia, Italia e Liechtenstein. Secondo il Governo (consiglio Federale), un possibile successo dell’iniziativa, sarebbe pericoloso per il Paese. Perdendo l’accordo sulla libera circolazione, tutti gli accordi bilaterali andrebbero persi, ed a risentirne sarebbe proprio l’economia svizzera. Le imprese del Paese infatti, perderebbero il diritto di transito su territori europei che non le farebbe più essere competitive.
Il 50% delle esportazioni e il 60% delle importazioni svizzere sono direttamente correlate al mercato unico dell’Ue e se vincesse il ‘Sì’, almeno 7 accordi bilaterali verrebbero persi dagli elvetici. Naturalmente, anche la libera circolazione delle persone andrebbe a spegnersi, con preoccupazione da parte di tutti gli italiani che lavorano oltre confine.
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