Grazie al presidente Trump, sono riprese dopo 17 anni, le esecuzioni con iniezione letale negli Usa. Ma anche in altri Paesi esiste ancora la pena di morte.
“Il sangue non pulisce ma sporca”, Una massima buddhista che sottolinea la teoria della non violenza come unica strada per non generare altra violenza. Un argomento che da sempre ha scomodato studiosi, politici, associazioni, semplici cittadini: la pena di morte. Superata, anzi abolita ormai nella stragrande maggioranza del Pianeta, resta però ancora immune da abolizione in Paesi roccaforte della pena capitale.
Primi fra tutti, manco a dirlo, due potenze economiche e non solo, tra le più importanti al mondo: Cina e Stati Uniti. Mentre negli stati americani si continua a uccidere senza troppo mistero, in Cina, al contrario, non si viene mai a sapere quando succede. Ma succede.
In America la pena capitale è ancora legale a livello federale per 42 reati, ed è presente in 34 Stati. Il Texas è lo Stato con il più alto numero di esecuzioni, non soltanto per omicidi, ma anche, tra gli altri, per il traffico di droga.
Non si usa piùla sedia elettrica che è stata sostituita quasi ovunque dall’iniezione letale: in alcuni Stati il condannato può scegliere anche la fucilazione. Il democratico Barack Obama è stato il presidente degli Stati Uniti con il più alto numero di commutazioni della pena, ma con Trump, l’America è tornata a uccidere.
Alle 8.07 di martedì 14 luglio c’è stata la prima condanna a morte a livello federale degli ultimi 17 anni. Neesuno è riuscito a salvare Daniel Lewis Lee, razzista bianco condannato per l’omicidio, nel 1996, di una famiglia di tre persone, non c’è riuscita neppure la Corte Suprema.
Prima di morire, Daniel, ha detto: «Ho commesso parecchi errori nella mia vita, ma non sono un assassino. State uccidendo un innocente».
Il ritorno della pena di morte a livello federale è un’opera di Trump, e nello specifico del suo ministro di Giustizia William Barr, che un anno fa ordinò al Bureau of Prisons di procedere con l’esecuzione di «detenuti nel braccio della morte condannati per l’omicidio, la tortura o lo stupro delle persone più vulnerabili della società: bambini e anziani».
In Cina, invece, come accennato, la pena di morte è di fatto un ‘segreto di Stato’. Secondo Amnesty International, la Cina è il Paese con il più alto numero di esecuzioni al mondo. Inoltre nel codice penale cinese il numero di reati punibili con questa pena si estende fino a toccare l’evasione fiscale, il furto, l’estorsione e addirittura la pirateria informatica. Al secondo posto per numero di esecuzioni c’è l’Iran, con lapidazione e impiccagione.
(Video sconsigliato ai più sensibili)
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