I social network sono uno dei vettori più potenti che spingono i migranti a lasciare il proprio paese per cercare fortuna altrove. Sui loro gruppi però sono sempre più numerose le foto di donne occidentali e di frasi sessiste
La questione migranti è sempre più in auge. Nel corso dell’estate sono stati numerosi gli sbarchi e gli episodi di disordine derivanti da questa situazione. A Lampedusa ad esempio si è giunti da tempo al punto di saturazione con i cittadini che hanno attuato una protesta per dire basta all’arrivo di altri barconi.
Inoltre a destare preoccupazioni sono anche alcuni eventi accaduti in diverse zone dello stivale, dove gli immigrati sono stati protagonisti in negativo. Tralasciando le varie fughe dai centri di accoglienza e il potenziale pericolo di diffusione del coronavirus a destare perplessità sono stati gli abusi perpetrati ai danni di alcune donne.
Su tutti meritano una menzione particolare quello della 17enne palpeggiata da tre migranti (che erano già espulsi in precedenza) su un treno in Sardegna e della turista molestata in un bar a Siena da un nigeriano in attesa del permesso di soggiorno.
Non è da escludere che la matrice di questi squallidi abusi siano riconducili alle campagne social che incitano all’immigrazione. Sono numerosi i gruppi in cui vengono scambiate informazioni sull’Europa, sulle rotte da seguire, sui posti dove andare (tra cui figura l’Italia), ma anche sulle ragazze occidentali.
In virtù della mentalità diversa che vige nel vecchio continente, molti di coloro che intraprendono il viaggio della speranza (soprattutto se di matrice araba) vedono nelle nostre donne disponibilità e accondiscendenza.
Per questo sulle pagine social dedicate ci sono foto di belle ragazze (ignare di tutto ciò) con didascalie provocanti del tipo: “Vogliono vivere con te”, “Ci vediamo in Europa”. Numerosi i commenti degli uomini, che “gasati” dall’idea trovano ulteriori motivazioni per andar via dal proprio paese.
Addirittura in alcuni casi si sfocia in messaggi a sfondo religioso: “Prendila cristiana o ebraica e portala nell’Islam”. Insomma dei veri e proprio gruppi dell’orrore che fanno riaffiorare il problema della disparità di trattamento delle donne in alcune aree del mondo. Nel 2020 però non si possono più tollerare certi atteggiamenti sessisti e arcaici. È giunta l’ora di dire basta.
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