Il ministro dell’Interno Lamorgese si difende dagli attacchi sulla gestione dell’emergenza sbarchi in Italia. “Non è colpa delle Ong”.
Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, non può certo affondarli i barchini e i barconi che arrivano in Italia pieni di migranti. Ecco perché non si ferma l’emergenza sbarchi. Semplice, ma efficace. Lamorgese sa che per fermare tutto bisogna lavorare a monte del problema, quindi da dove i disperati partono, ma sa che sta fallendo anche questo tipo di mediazione.
E allora, il Viminale non sa più che pesci prendere. “Parliamo sempre di bloccare di sbarchi… – ha detto Lamorgese – Non devono partire. Ci sono sempre stati barchini e barconi […] Una delle accuse è che non li abbiamo bloccati. Io non credo di poter bloccare e barchini affondandoli, certamente un’opera va fatta ed è nel Paese di provenienza”
Da più parti, con Salvini e Meloni capofila, accusano il governo di essere troppo accondiscendenti con le Ong, mentre gli altri Paesi d’Europa si guardano bene dal fare sbarcare i migranti. “Non si distingue mai tra barchini e Ong. Tutti i numeri che abbiamo oggi sono i numeri, quelli di luglio, di 7 mila arrivi, quasi tutti sui barchini. L’unica Ong che è sbarcata ha portato 350 migranti la scorsa settimana”, ha detto il ministro riferendosi all’ultimo ‘passaggio’ della nuova Sea Watch 4.
Emergenza migranti, Lamorgese: “sicurezza si costruisce con tenacia”
Dunque, per il ministro Lamorgese, la migliore strategia per contenere gli sbarchi selvaggi sulle nostre coste, è quella di evitare di farli partire, con accordi con i Paesi di partenza. Già sentita, le stesse parole le ha proninciate il ministro degli Esteri Di Maio. Ma sembra che lecose non stiano andando per il verso giusto.
“La sicurezza si persegue costruendo con tenacia, giorno dopo giorno, solide reti fondate sulla condivisione di obiettivi e interessi, non certo erigendo muri che non saranno mai abbastanza alti per proteggerci”- ha detto la titolare del Viminale. Già, i famosi muri, anche questa già sentita.
“La sicurezza – ha continuato la ministra – è uno degli argomenti più divisivi del nostro Paese dove si confrontano, spesso con toni aspri, visioni diverse […[ talora sono radicalmente contrapposte, spesso viziate da forme di pregiudizio ideologico che tendono immancabilmente a trascinare il tema nell’agone politico […] ma deve essere qualcosa che ha a che fare con la libertà dei cittadini, in quanto individui, e con la libertà dello Stato, delle sue Istituzioni”.
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