Cuneo, il volo dentro un silos: 22enne muore, il collega lotta per la vita

Se uno dei due sfortunati lavoratori ha già perso la vita, l’altro combatte per non perderla. Anche il secondo infatti è gravissimo

Questa mattina, nella provincia cuneese, due operai sono caduti nel vuoto, mentre si dedicavano ad una verifica, sul tetto di un’azienda. Giovanissimi, uno è gravemente ferito e l’altro ha subito perso la vita.

A morire, è stato il ventiduenne, G.D., mentre per ora resta in pericolo di vita il collega di 25 anni, D.N.F.

Operai cadono dal tetto, uno ha già perso la vita

L’incidente, si è verificato presso un’azienda agricola di Cavallermaggiore, in provincia di Cuneo. Due lavoratori, erano saliti sul tetto della struttura per delle verifiche, quando improvvisamente il pavimento è mancato sotto i loro piedi, provocando una caduta di circa 40 metri.

I due malcapitati, sono finiti in un silos pieno di mangime, a nulla è valso per il più giovane dei due, 22 anni, l’intervento degli uomini del 118. G.D. è morto durante le manovre che i medici stavano effettuando, nel tentativo di rianimarlo. Probabilmente, diversa la caduta dell’altro operaio 25 anni, che invece per adesso resiste e che è stato trasportato in codice rosso all’ospedale di Savigliano. Le sue condizioni, restano gravi.

Per altri motivi, dispersi sul luogo di lavoro anche 42 marinai, al largo del Giappone. Anche in quel caso, la sfortuna ha colpito più persone, che ora rischiano di non tornare mai più a casa, proprio come il ventiduenne che ha perso la vita nel cuneese.

Secondo le prime ricostruzioni, il silos che non ha attudito la caduta dei due italiani, era stato riempito ieri di mangime per animali. Questo forse lo avrà reso più soffice all’impatto, ma l’altezza da cui i due sono caduti, ha compromesso le loro vite, ugualmente. Resta da capire, come mai la copertura abbia ceduto, provocando ad ora, un morto. Per scoprirlo ed indagare, oltre agli uomini del 118, sono intervenuti sul posto, anche i vigili del fuoco di Saluzzo e Savigliano, carabinieri e personale Spresal dell’Asl.

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