Una piccola di soli nove mesi è stata trovata morta per strangolamento, dopo essere stata anche stuprata ad Houston, negli Stati Uniti
Una storia raccapricciante, quella che ci giunge dagli Stati Uniti, dalla contea del Texas, dove si trova la città di Houston. Lì, il ventitreenne Luis Luna, è accusato di aver violentato e poi ucciso la piccolissima figlia di nove mesi, Savayah Mason.
Sulla piccola, morta per strangolamento secondo l’autopsia, trovati infatti anche i segni di una violenza sessuale. I fatti, sarebbero accaduti nello scorso 24 agosto. La mamma, racconta di aver accompagnato la figlia dall’uomo, il giorno 21 agosto e lo stesso Luna, che vi viveva con altre due persone, afferma che la piccola non avrebbe mai lasciato l’abitazione.
Episodio, se confermate le colpe del padre, che si avvicina a quello accaduto pochi giorni fa a Lecce, dove proprio un padre ha abusato della figlioletta di 7 anni.
Il padre della bambina si difende: “Non respirava”
Dal canto suo, il padre della piccola non si arrende e ci tiene a far sapere che lui è innocente. Luna infatti, ritenuto responsabile della morte della bambina, stando ai documenti del tribunale, offre una versione diversa. Si sarebbe svegliato accanto alla bambina per scoprire subito che non respirava.
La piccola, dormiva su un seggiolino e secondo la difesa: “Quando l’ha fatta sdraiare, ha allacciato le cinghie come se lei stesse viaggiando su un veicolo e queste, troppo strette, forse hanno provocato il soffocamento della vittima”.
Versione a cui però continuano a non credere gli investigatori, visto che l’autopsia evidenziava che l’asfissia della piccola si sarebbe verificata proprio durante l’aggressione sessuale. I pubblici ministeri poi, hanno avuto modo di citare anche altre prove trovate durante la perquisizione dell’appartamento avvenuta il giorno dopo il decesso della piccola Savayah. In casa, trovate infatti salviettine insanguinate che potrebbero incastrare l’imputato.
Un nuovo aggiornamento del processo ci sarà il prossimo martedì, intanto il giudice per ora ha deciso di non pronunciarsi sull’emissione di una possibile cauzione, rinviando la decisione ad un tribunale distrettuale penale.
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