Il coronavirus fa nuovamente capolino nelle residenze per anziani, nella fattispecie nella Rsa Quarenghi situata nella periferia di Milano. Il punto della situazione
Durante il periodo del lockdown era stato quasi una costante, poi ha dato una tregua prima di tornare alla carica. Il coronavirus nella Rsa fino a qualche mese fa era praticamente una consuetudine, adesso con l’aumento dei focolai fa nuovamente paura.
L’unico aspetto positivo è la maggior preparazione rispetto al periodo embrionale in cui il covid-19 ha fatto capolino, sconvolgendo tutte le principali abitudini della società contemporanea. Ma andiamo a vedere in qualche residenza per anziani si sono registrati nuovi casi di contagio.
Coronavirus, i
l punto della situazione nella Rsa meneghina: contagiati quasi tutti asintomatici
Si tratta della Rsa Quarenghi nella periferia nord-ovest di Milano, dove sono risultati positivi 21 anziani e 1 operatore sanitario. A rendere il quadro meno catastrofico è l’assenza di sintomi in quasi tutti i coinvolti. Solo 1 persona li ha manifestati e da lì sono scattati gli accertamenti del caso, che hanno fatto luce sulla situazione.
La metà degli ospiti della struttura è stata ricoverata in ospedale presso il reparto covid, gli altri 10 sono in attesa di una sistemazione, mentre l’operatore è stato messo a riposo e presumibilmente è in isolamento fiduciario. In totale sono stati effettuati oltre 120 tamponi (sia agli anziani presenti, sia a coloro che lavorano presso la Rsa).
Coopselios, cooperativa sociale che gestisce la struttura in questione ha fatto sapere che la situazione è sotto controllo e viene monitorata costantemente. Inoltre è stato ribadito il pieno rispetto dei protocolli in essere.
Certo la paura rimane, questo scorcio di fine estate non sta regalando buone notizie in vista delle stagioni fredde, in cui si presume che il virus possa avere nuovamente una carica virale elevata come avvenuto in passata. Il rispetto delle regole comportamentali diventa per questo ancor più importante. Pochi semplici passi per evitare l’innesco di nuovi focolai e di decisioni drastiche (nuovo lockdown) a tutela della salute.
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