Aurora Ramazzotti ha deciso di intervenire in merito alle parole scritte da Selvaggia Lucarelli che riguardano un episodio del passato legato al suo aspetto fisico.
E’ successo tutto poche ore fa, la figlia ormai grande si Eros Ramazzotti e Michelle Hunziker è intervenuta in risposta ad un post scritto sui social da parte di Selvaggia Lucarelli, che si collegava a tutta la questione legata a Chanel Totti.
La ragazza minorenne infatti è stata messa in copertina su Gente in costume con una parte del corpo in bellavista, episodio che ha provocato l’ira dei genitori Francesco Totti e Ilary Blasi.
Aurora Ramazzotti sbotta contro Selvaggia Lucarelli: “Ho sofferto”
Aurora Ramazzotti è tornata ad essere protagonista anche dei social dopo essere intervenuta in risposta alle parole di Selvaggia Lucarelli che ricordavano un episodio del passato legato proprio alla giovane.
“Estate 2011, Aurora Ramazzotti aveva 15 anni. Nessuno fiatò” questo quanto scritto dalla giornalista in merito ad una foto in cui veniva mostrato il lato b della giovane insieme alla madre al mare. Questo ha scatenato l’ira della ragazza che ha scritto: “Non erano tempi social per questo nessuno fiatò. Non credo che solo perché nessuno si è ribellato all’epoca debba normalizzarsi una cosa che è sbagliata. Questa cosa (come tante altre analoghe) ha inciso indelebilmente sulla mia crescita e non auguro a nessuno di passare quello che ho passato io. Ne sto pagando i conti ancora adesso. Benché concordo col fatto che oggi ci si indigni troppo per tutto penso ci siano alcune cose per cui BISOGNA indignarsi. I ragazzini (e non solo) sono già traviati da ideali inesistenti che gravano sul loro benessere mentale. Questo potrebbe essere un piccolo passo verso un cambiamento che merita di avvenire da tempo”.
Parole che hanno trovato la pronta risposta della giornalista e opinionista tv: “Cara Aurora, erano già i tempi dei social (Facebook era vivo e vegeto) e nessuno ha scritto che la cosa va normalizzata, è perfino buffo specificarlo. Quello che colpisce è che si deleghi ai social il dovere di indignarsi e sensibilizzare. Il giornalismo, nel 2011, esisteva da un po’. Nessuno ritenne necessario dire qualcosa. Nessuna polemica, solo una riflessione”.
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