Le detrazioni spese veterinarie riguardano i costi sostenuti per la cura igienico-sanitaria dei nostri animali da compagnia
Sono ormai tantissime le persone che possiedono animali da compagnia come cani, gatti e volatili e tartarughe (solo per citare alcuni tra gli esempi più classici). Purtroppo però le spese per per la loro cura a livello sanitario non sono così contenute.
Per questo motivo è stato riconosciuto uno sgravio fiscale in dichiarazione dei redditi. La detrazione IRPEF in questi casi è del 19% dell’onore sostenuto. Un’agevolazione di non poco conto che va sfruttata a dovere da parte di chi sostiene questo genere di spese.
Non c’entra la proprietà, la detrazione va applicata a chi ha sostenuto la spesa veterinaria, così come specificato nella circolare numero 19/E del 2020 diramata dall’Agenzia delle Entrate.
Detrazioni spese veterinarie: quali sono detraibili?
Il documento richiama anche la platea di beneficiari. Vediamo nel dettaglio per quali genere di spese è possibile ottenere la detrazione:
- spese relative alle prestazioni del veterinario (visite, analisi, vaccini);
- spese riguardanti l’acquisto di medicinali prescritti dal veterinario;
- costi per analisi di laboratorio;
- costi per interventi chirurgici eseguito in cliniche veterinarie;
- spese per prodotti farmaceutici acquistati senza obbligo di prescrizione medica, anche effettuati online presso esercizi adibiti alla vendita.
Per quanto concerne invece i casi in cui non spetta, un esempio classico riguarda gli animali destinati all’allevamento e al consumo alimentare. Stesso discorso per i cibi speciali destinati ad animali da compagnia, anche nel caso in cui vengano prescritti dal veterinario. Non sono infatti considerati medicinali, ma fanno parte della categoria alimenti.
Detrazioni spese veterinarie: i limiti di detraibilità
Al pari delle spese sanitarie riguardanti le persone, anche quelle per i nostri amici a quattro zampe o volatili prevedono una franchigia. In questo caso è di 129,11 euro. Dunque per le spese al di sotto di questo ammontare non si può ottenere nessun tipo di beneficio fiscale.
L’altra faccia della medaglia è il limite massimo che fino allo scorso anno era di 387,34 euro aumentato a 500 euro nel 2020. Naturalmente è bene conservare fatture e scontrini che attestino gli importi sborsati. Dal 1 gennaio 2020 inoltre, ai fini della detraibilità è prevista la transazione attraverso strumenti tracciabili come bonifico o carta di credito. Anche in questo caso è fondamentale conservare una copia che attesti l’avvenuto pagamento.
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