Donna scomparsa a Crema: hanno bruciato un cane per far credere che fosse lei

Gli inquirenti sembrano essere vicini alla risoluzione del caso di Sabrina Beccalli, scomparsa a Crema e probabilmente uccisa. Si cerca il suo corpo.

alessandro pasini e sabrina beccalli

Alessandro Pasini resta in carcere e nonostante lui neghi di avere ucciso Sabrina Beccalli, resta l’unico vero sospettato e accusato di omicidio e distruzione di cadavere.

Proseguono senza sosta le ricerche del corpo della 39enne scomparsa a Crema a Ferragosto: ora sono concentrate nei pressi di una cisterna di liquami a Vergonzana, dentro la quale i cani molecolari avevano rinvenuto possibili tracce della donna.

I carabinieri sono al lavoro per svuotarla di almeno un metro sui sei di profondità ma potrebbero volerci molte ore. La cisterna si trova in un campo non lontano da dove è stata ritrovata bruciata l’auto della donna. Per depistare le indagini, è stato preso un cane, messo dentro l’auto della donna e fatto bruciare, per far credere fosse lei.

Donna scomparsa a Crema, l’ultima notte: droga e il “rifiuto ad una avance sessuale”.

sabrina beccalli foto facebook

Deve restare in carcere Alessandro Pasini, sospettato dell’omicidio e della distruzione del cadavere di Sabrina. Il gip di Cremona, Giulia Masci, all’indomani dell’interrogatorio di garanzia, non ha convalidato il fermo dell’uomo, probabilmente perché non c’è pericolo di fuga, ma ha deciso di applicare la custodia cautelare in carcere, anche a causa dei gravi indizi a suo carico.

Nell’interrogatorio di ieri, durato circa un’ora e mezzo, Pasini ha ammesso gli spostamenti documentati dagli investigatori con le immagini delle telecamere, ma ha negato di avere responsabilità nella morte di Sabrina. “Parziali ammissioni”, secondo gli investigatori.

Pasini ha detto di aver incontrato Sabrina e di essere stato lui a portare la macchina della donna nel luogo in cui è stata ritrovata bruciata, ma si è dichiarato innocente. A proposito della morte della donna – come si legge nell’ordinanza con cui viene stabilito che resti in carcere – Pasini ha raccontato agli inquirenti che Sabrina è morta “a seguito di un’overdose di cocaina ed eroina e non di un atto violento” nell’appartamento della sua ex convivente.

Punto che le indagini del Ris condotte nella casa potrebbero aiutare a chiarire. Anche perché l’ordinanza riporta la testimonianza di una vicina che potrebbe far ipotizzare invece che in quell’appartamento Sabrina sia stata uccisa.

La teste M.C. ha riferito – si legge nell’ordinanza – che “il 15 agosto alle 5 del mattino aveva chiamato il 112 per informare i carabinieri di avere sentito provenire dalla zona di Porto Franco (dove era a conoscenza che vivesse la convivente di Pasini, S.L., in quei giorni in Sicilia per trascorrere le vacanze estive) delle urla sofferenti di una donna che con voce strozzata gridava più volte ‘Aiuto, aiuto, no'”.

Verso le 14 e 30, “affacciandosi alla finestra del balcone posto proprio di fronte all’appartamento della S.L. notava Pasini transitare in via Porto Franco col suo monopattino”. Sentita dai carabinieri, S.L. ha confermato di avere avuto una relazione con Pasini, da lei denunciato per violenze, “e di avere deciso di troncare il rapporto con lui il 3 agosto”.

Secondo il suo racconto, Pasini se n’era andato ma “aveva a disposizione le chiavi del suo appartamento in quanto lei stessa gliele aveva lasciate, su richiesta di Pasini, sotto la sella dello scooter di quest’ultimo”.

Gli investigatori non credono alla tesi dell’overdose raccontata da Pasini. L’idea è che l’uomo abbia aggredito la vittima “dopo il rifiuto della donna a una sua avance sessuale”.

La casa della ex, dove sarebbe avvenuto il delitto, è stata trovata satura di gas: Pasini era intenzionato a far saltare in aria l’appartamento per eliminare le tracce di quanto accaduto. Pasini ha tagliato il tubo del gas della caldaia. L’ambiente era saturato da quattro giorni di gas – ha raccontato il comandante RepettoBastava che qualcuno entrasse dalla porta e accendesse la luce e sarebbe venuta giù tutta la palazzina, in cui c’è un’altra famiglia.

Lo ha fatto perché voleva cancellare le prove. Ha ammesso di aver tagliato il tubo, per quel motivo. Credo che il pm valuterà anche l’ipotesi di reato di tentata strage“.

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