I Carabinieri della Stazione di Vizzini (Catania) hanno denunciato un 13enne del posto, ritenuto responsabile di maltrattamenti e lesioni personali aggravate, nei confronti della madre.
Una famiglia disagiata. Una separazione, le difficoltà economiche e tre figli da crescere: il più piccolo ha 3 anni, il più grande quasi 14 e in mezzo un altro maschio di 12.
La madre ha 31 anni ed è stata soccorsa e medicata perché aggredita violentemente dal figlio più grande che avrebbe anche tentato di strangolarla.
Si pensa che il ragazzo, ora affidato a una comunità, fosse roso dalla gelosia nei confronti dei fratelli più piccoli, cui la madre per ovvie ragioni – specialmente al più piccolo – presta più attenzioni. Da tempo il 13enne ha iniziato a vessare la povera donna vittima di minacce ed aggressioni sempre più frequenti.
Il ragazzino in alcuni casi aveva distrutto le suppellettili di casa e anche il seggiolone del fratellino, costringendo in alcune circostanze i vicini di casa ad intervenire in aiuto della donna per evitare il peggio: il 13enne alla madre, era solito tirare i capelli, prenderla a calci e pugni, afferrarla con forza al collo con l’intenzione di strangolarla.
Ieri l’ultima lite scaturita perché la madre, in pieno accordo con l’ex marito, si è opposta all’acquisto di un ciclomotore perché il figlio è senza patente e ritenuto poco responsabile da entrambi i genitori, lui, di fronte al diniego, si è scagliato contro la madre colpendola con calci e pugni e morsicandole un braccio.
La richiesta d’aiuto al 112, ha consentito l’intervento dei militari di pattuglia che hanno trovato il ragazzo seduto sulle scale dell’abitazione.
I militari, entrati in casa, hanno trovato la donna in stato confusionale e con i chiari segni sul corpo dell’aggressione (escoriazioni e tumefazioni al volto, nonché un livido nel braccio causato dal morso del figlio).
A quel punto visto i trascorsi e le precedenti denunce presentate dalla donna che nel frattempo si erano tradotte, per volere della Procura della Repubblica dei Minorenni di Catania che aveva altresì ravvisato l’inadeguatezza di accudimento da parte dei genitori, nell’emissione di un provvedimento di collocamento in comunità del minore, i carabinieri hanno eseguito la misura provvedendo ad accompagnare il ragazzo all’interno di una struttura della provincia etnea.
Il giovane, contrariato per l’allontanamento dall’abitazione, ha prima ingiuriato i militari, per poi minacciare apertamente uno di loro, il capo servizio che cercava di fargli comprendere meglio quanto era stato stabilito dai giudici “tu come non te ne vai ti tiro una martellata in testa!” – ha gridato il 13 enne.
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