Il coronavirus sembra oggettivamente essere meno violento rispetto all’inizio dell’epidemia, ma è ancora presente con più di mille focoalai in Italia.
Gli esperti dicono di non allarmarsi: paradossalmente l’aumento dei contagi è un bene, perché vuol dire che vengono monitorati in tempo e poi gestiti in modo che non portino ad altri positivi e quindi ad una nuova pandemia.
Restano i dati oggettivi e il resoconto settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità. Dal 10 al 16 agosto sono stati segnalati complessivamente 1.077 focolai di coronavirus attivi in Italia, di cui 281 sono nuovi.
Secondo l’Iss i focolai sono in aumento per la terza settimana consecutiva: nella precedente settimana ne erano stati segnalati 925 attivi, di cui 225 nuovi. In questa settimana, poi, nuovi casi di infezione sono stati registrati in tutte le Regioni e le Province autonome.
Nel monitoraggio settimanale di Iss e ministero della Salute, si legge che “il 28,6% dei nuovi casi diagnosticati in Italia è stato identificato tramite attività di screening, mentre il 34% nell’ambito di attività di contact tracing. Quindi, il 63% dei nuovi casi sono stati diagnosticati con attività di screening e indagine dei casi con identificazione e monitoraggio dei contatti stretti”.
L’indice di contagiosità Rt risulta superiore a 1 in cinque Regioni italiane. Il valore più alto è stato rilevato in Umbria (1,34), Abruzzo (1,24), Veneto (1,21), Lombardia (1,17) e Campania (1.02). L’indice Rt risulta invece zero in Basilicata e Molise.
Secondo gli esperti, è scesa intorno a 30 anni l’età più frequente nella quale avvengono i contagi da Covid-19. “In Italia, come in Europa e a livello globale, si è verificata una transizione epidemiologica dell’epidemia con un forte abbassamento dell’età mediana della popolazione che contrae l’infezione. L’età mediana dei casi diagnosticati nell’ultima settimana è di 30 anni” – dice ancora l’Iss.
Resta la consolazione che i casi di infezione da coronavirus diagnosticati recentemente, legati soprattutto ad attività ricreative, risultano essere meno gravi e in maggioranza asintomatici. “Si riscontra – si legge nel documento di Iss e ministero – un cambiamento nelle dinamiche di trasmissione (con emergenza di casi e focolai associati ad attività ricreative sia sul territorio nazionale che all’estero) e una minore gravità clinica dei casi diagnosticati che, nella maggior parte dei casi, sono asintomatici”.
L’Istituto evidenzia inoltre che “nove tra Regioni e Province autonome hanno riportato un aumento nel numero di casi diagnosticati rispetto alla settimana precedente che non può essere attribuito unicamente a un aumento di casi importati“. Sebbene sia stato segnalato, in alcune Regioni, “un aumento nel numero di ospedalizzazioni, non sono stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari”.
Nel segnalare l’aumento dei contagi, Iss e ministero della Salute ribadiscono quanto sia “fondamentale mantenere le misure di precauzione”.
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