21 mesi di vita, undici passati a prendere botte dal convivente della madre perchè, a suo dire, “piangeva troppo”. Un padre-padrone che soggiogava tutta la famiglia, compresa la madre del piccolo che non faceva nulla per evitare le violenze e per questo anche lei è in stato di fermo.
Evan, un anno e nove mesi, è morto ieri a Rosolini. Per la madre per il suo convivente, si ipotizzano i reati di omicidio volontario e maltrattamenti in famiglia. Il piccolo è arrivato in ospedale a Modica già senza vita e sul suo corpo sarebbero stati rinvenuti dei “lividi evidenti“.
Secondo l’accusa, a procurarglieli sarebbe stato il convivente della donna, ritenuto responsabile di uno stile di vita “aggressivo”, insofferente verso i pianti del bambino e da “padre-padrone”, a cui lei non si sarebbe mai opposta.
Bimbo morto a Modica: il padre naturale aveva già denunciato lesioni al figlio
Le violenze continue sopportate dal piccolo Evan erano già state denunciate dal padre biologico, che lavora in Liguria e che aveva presentato un esposto per maltrattamenti contro ignoti.
A far scattare le indagini su Evan è stato il medico di Modica che lo ha visitato al suo arrivo in ospedale, constatandone il decesso. Come riferito dalla polizia, è rimasto “quasi sotto choc” nel vedere il corpo martoriato del piccolo.
La procura sostiene che, anche questa volta, i due hanno mentito sull’accaduto: hanno detto che il piccolo era stato male, che aveva ingoiato un giocattolo, che era caduto, che era rimasto incastrato in una porta di casa. Ma le ferite evidenti e l’esperienza del dottore di turno al pronto soccorso hanno fatto scattare l’allarme e le indagini del commissariato di polizia.
Gli agenti hanno quindi sentito la madre e già dal primo interrogatorio sono emersi degli elementi che hanno fatto scattare il fermo del convivente. La donna, riferisce l’Ansa, ha prima cercato di ‘coprire’ l’uomo, poi ha raccontato l’accaduto e ha svelato anche le violenze che avrebbe commesso nel tempo nei suoi confronti e verso il bambino.
Era stato già denunciato per maltrattamenti in famiglia. Inoltre, si sarebbe più volte lamentato perché non sopportava i continui pianti del piccolo e per questo – sostiene l’accusa – lo scuoteva e lo picchiava. Violenze che lei non avrebbe mai denunciato.
La donna e il compagno sono quindi al centro delle indagini, dirette dal sostituto procuratore Donata Costa, col coordinamento del procuratore capo Sabrina Gambino. E’ stata disposta l’autopsia. Il padre biologico della piccola vittima, che lavora fuori dalla Sicilia, aveva interrotto un anno fa la relazione con la 23enne.
L’uomo è stato avvertito della tragedia e si è messo subito in viaggio per fare rientro nell’isola. Già in passato i suoi familiari avevano notato che Evan “non era sereno”. La nonna paterna aveva visto le lesioni e le aveva documentate con delle foto scattate al bambino, che pare avesse anche problemi a camminare.
La mamma, riferisce l’Ansa, si era sempre giustificata raccontando che era caduto mentre giocava. A quel punto il padre ha presentato un esposto contro ignoti in Liguria, dove vive, mostrando agli inquirenti le fotografie. In alcune si vedono dei lividi vicino all’orecchio del piccolo.
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