Bambine sono costrette dai genitori a sposare uomini anziani per pagare un debito o in cambio di una somma di denaro e qualche animale.
In Nigeria, il 17% delle spose bambine ha meno di 15 anni. E quasi la metà delle ragazze nigeriane ha già trovato marito prima di diventare maggiorenne. I motivi: povertà, scarsa istruzione e tradizioni sociali e religiose.
Una legge a difesa dei diritti dell’infanzia (Child Rights Act), approvata nel 2003, fissa l’età minima per sposarsi a 18 anni. Tuttavia, fanno notare le ong, questo limite non viene rispettato in tutti gli Stati della Nigeria.
Nel novembre 2016, il ministero nigeriano per le pari opportunità e lo sviluppo sociale ha promesso di ridurre del 40% il numero di spose bambine prima del 2020 e di eliminarlo completamente entro il 2030.
“E’ completamente illegale – sottolinea Richard Akonam, missionario cristiano – nel Cross River non è possibile sposare una bimba di 9 anni. E anche le leggi della Nigeria lo proibiscono. Questa pratica continua perché per questi uomini è una questione di status: più spose comprate hai e più influente sei.
Queste bambine devono avere gli stessi diritti dei loro coetanei nel mondo. Non possono essere usate come una moneta di scambio per ripagare un debito. E’ un crimine”.
Dorothy è stata venduta prima di compiere 12 anni. Come lei, molte bambine della comunità dei Becheve, una tribù della Nigeria, sono costrette dai genitori a sposare uomini anziani per pagare un debito o a cambio di una somma di denaro e qualche animale.
Le spose bambine diventano di “proprietà” dei mariti che possono rivenderle o addirittura lasciarle in eredità. Una forma di schiavitù nel XXI secolo in cui ogni diritto dell’infanzia viene negato.
“Ero una ragazzina felice fino al giorno in cui mi hanno detto che sarei stata portata a casa del mio futuro marito. Ho risposto ai miei genitori che avrei preferito morire piuttosto di sposare un vecchio”. Inizia così racconto di Dorothy, una sposa bambina Becheve.
Nei villaggi di questa tribù dell’altopiano di Obudu, le bambine sono una moneta di scambio. Le famiglie costringono le proprie figlie di appena cinque o sei anni a sposare uomini molto più grandi loro. Le chiamano ʽspose per soldiʼ e il matrimonio serve a ripagare un debito.
“Un giorno è venuta a trovarmi una zia – continua la ragazza – promettendo che mi avrebbe portata lontano da quell’uomo. Non era vero, e quando l’ho rivisto sono fuggita nei boschi ma poco dopo mi hanno ripresa.
L’indomani sono arrivate alcune donne del villaggio. Erano taciturne e mi aspettavo una punizione per essere scappata. Quando ho cercato di alzarmi per uscire dalla capanna ho visto i suoi occhi. Era Phillips, il vecchio che volevano diventasse mio marito”.
Un’infanzia violata per sempre. “E’ stato in quel momento che le donne mi hanno afferrata e mi hanno distesa per terra. Mi tenevano ferma mentre quell’uomo mi stuprava. Poche settimane dopo, ho cominciato ad avere strane sensazioni: vomito e nausea. Ho capito di essere incinta. Adesso ho cinque figli da lui. I bambini sono malnutriti e devo pensare a tutto io perché lui è troppo anziano”.
Le bambine vittime dei matrimoni forzati sono vendute per un minimo di 10.000 naira nigeriane (poco più di venti euro). Nel prezzo possono essere comprese anche alcune capre e maiali, a seconda del potere contrattuale dei genitori.
Non viene garantito loro nessun diritto. Le famiglie, una volta avvenuta la vendita, le avvertono che in nessun caso dovranno scappare a prescindere da come sono trattate dal marito o dai suoi parenti.
Philomena è stata venduta quando aveva circa quattro anni. Adesso non è nemmeno maggiorenne e ha già due figli. Le percosse e i maltrattamenti sono quotidiani. Vorrebbe scappare ma sa che è difficile andare contro la tradizione. “E’ un vecchio. Ha figli e nipoti”, racconta Happiness, una ragazzina di 14 anni. Mi sgrida sempre e mi picchia. Mi dice che anche se mi uccidesse nessuno direbbe niente perché sono una sposa per denaro”.
A vendere Happiness è stata la nonna. Come la stessa anziana ha affermato, i soldi sono serviti a scacciare una maledizione contro la famiglia.
Nei ʽmatrimoni per denaroʼ, come si conoscono tra la tribù Becheve, la bimba appartiene all’uomo che l’ha comprata. Se il marito muore, può essere “ereditata” dai suoi parenti. Ma la tradizione è ancora più crudele e, nel caso in cui la sposa bambina muoia prima di aver concepito un figlio, ai genitori può essere richiesta un’altra piccola per sostituirla.
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