Ai carabinieri ha raccontato che la moglie si era impiccata ma non gli hanno creduto e avevano ragione. L’uomo ha anche aggredito un’operatrice del 118.
I dati del dossier Viminale sui reati dell’ultimo anno lo avevano appena confermato: crescono in modo preoccupante i femminicidi.
L’ultima tragedia a Napoli. Un uomo di 63 anni ha ucciso la moglie, strangolandola, e ha cercato di far credere che la donna fosse morta impiccata, suicida. Lo hanno scoperto i carabinieri di Giugliano, coordinati dalla Procura di Napoli Nord.
I militari stavano indagando sulla morte di una donna avvenuta il 12 luglio a Lago Patria. Il marito aveva allertato i militari e il 118 spiegando che al suo risveglio aveva trovato la moglie, priva di vita, impiccata al cordino delle tende, nel salotto della loro abitazione.
Ma fin dal sopralluogo erano emersi dubbi sulla versione dell’uomo: l’esame autoptico ha confermato che la causa del decesso è stata strangolamento preceduto da colluttazione.
Finge suicidio della moglie ma l’aveva uccisa lui: arrestato dopo l’autopsia
L’attenzione degli investigatori si era concentrata sin da subito sullo strumento (le tende) che sarebbe stato utilizzato per commettere il suicidio, del tutto inadeguato a sostenere il peso del corpo della donna.
Successivamente, sono stati acquisiti elementi significativi di un’accesa lite che ha preceduto la tragedia e una conflittualità fra i due, dovuta a dissidi economici legati alla gestione di un centro medico.
L’arrestato, di 63 anni, risulta essere indagato anche per aver causato lesioni personali gravi ad una donna, medico del 118, intervenuta sul luogo dell’evento, responsabile, agli occhi dell’uomo, di non aver sottoposto, alcuni giorni prima, a Tso la moglie, pur avendo la stessa, sempre secondo il resoconto del marito, manifestato segni di squilibrio mentale.
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