Il ministro della Salute, Roberto Speranza, lo dice convinto, e con orgoglio: “Chiudere tutto ha salvato l’Italia”. Rivendica le scelte fatte dal governo all’inizio della pandemia di coronavirus: “La strategia del lockdown totale ci ha consentito di fermare il virus prima che invadesse il Sud […] I dati di sieroprevalenza lo dimostrano”.
Sulle polemiche nate dopo la diffusione dei verbali secretati del Comitato tecnico-scientifico, il ministro si dice “assolutamente sereno”. “Su Alzano e Nembro – spiega Speranza in un’intervista a Il Corriere della Sera – la spiegazione è semplice e lineare.
Tra il 3 marzo e il Dpcm del 10 che chiude tutta l’Italia non c’è alcun buco […] Il 4 marzo ricevo il verbale del Cts, che mi arriva sempre il giorno dopo. Il 5 avviso Conte e chiediamo un approfondimento a Brusaferro. Il 6 il premier vede il Cts e lì matura il cambio di linea, perché il tentativo di bloccare il virus in zone delimitate è superato dai numeri dell’epidemia in Emilia, Piemonte, Liguria, Marche[ …] Il Dpcm dell’8 marzo che chiude solo le aree più colpite è pienamente conforme alle idee del Cts”.
Coronavirus, il ministro Speranza: “sarà un autunno di resistenza”
Salvini picchia duro sul governo, ma Speranza tira avanti. “Finché questa emergenza non sarà finita, non inseguirò nessuno sulle polemiche. Salvini? Credo che la gente abbia capito fino in fondo come sono andate le cose […] Si diceva che non potessimo fare come in Cina e invece il sistema democratico ha retto”.
Che autunno sarà? – gli viene chiesto. “Un autunno di resistenza, perché il virus non è scomparso e, in attesa di cure più certe e dei vaccini, dobbiamo continuare a gestire il rischio […] E’ chiaro che i mesi autunnali mi preoccupano di più”. Speranza conferma che “l’Italia è messa meglio di altri Paesi ma non essere preoccupati sarebbe da sconsiderati, nulla può essere dato per scontato”.
Per quanto riguarda la scuole, il ministro della Salute non ha dubbi: “Il 14 settembre devono riaprire tutte, al 100%“. Per Speranza l’obiettivo “irrinunciabile” è il ritorno sui banchi “e poiché il rischio zero non esiste, dobbiamo essere cauti altrove e scegliere a cosa rinunciare”.
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