Dopo mesi, ancora è calda la discussione, due cittadine, Nembro ed Alzano, non furono proclamate zone rosse, ma Conte dice di non saperne nulla
Non si placa, a distanza di mesi, la discussione tra Regione Lombardia e Governo, per non aver permesso da parte di quest’ultimo, di rendere “Zona rossa”, i paesini di Nembro e Alzano Lombardo. Sembra che già dal 3 marzo, dalla riunione della Protezione Civile, il Cts avesse proposto: “Di adottare le opportune misure restrittive già adottate nei Comuni della zona rossa anche in questi due comuni”.
Niccolò Carretta, consigliere regionale della Lombardia, ha chiesto poi di visitare gli atti, lo scorso 6 aprile. “Limitare la diffusione dell’infezione nelle aree contigue”, il motivo della richiesta, con Nembro ed Alzano ritenute in pericolo per la forte vicinanza geografica con Bergamo. Le popolazioni, sono rispettivamente di 13.639 e 11.522 abitanti, stando alle ultime stime.
Secondo Giuseppe Conte però, gli atti per la richiesta di zona rossa, non sarebbero mai arrivati sulla scrivania del suo ufficio. “Mai ricevuti”, avrebbe affermato il Premier, interrogato dai Magistrati di Bergamo lo scorso 12 giugno, come testimone.
Il documento, non sarebbe arrivato mai a destinazione o forse non sarebbe effettivamente mai partito. Conte, dice di non averlo visto, mentre le indagini sulla diffusione dell’epidemia nel bergamasco continuano. Da comprendere, quanto, in che misura, i ritardi abbiano potuto far aumentare il numero delle vittime.
La Regione Lombardia, dice la sua. Lo scorso 3 marzo, inviati al direttore dell’Iss, Silvio Brusaferro, i dati sui positivi della Provincia di Bergamo. All’epoca, se ne contavano 58 a Nembro, 33 a Bergamo, 26 ad Alzano, 22 a Zogno e 16 ad Albino.
Così, il consigliere comunale di Bergamo: “Continua la battaglia di Azione per ottenere sempre più dettagli sugli eventi accaduti durante l’emergenza sanitaria in provincia di Bergamo. Capire cosa sia successo e perché sia o state prese certe decisioni piuttosto che altre è fondamentale ed è un diritto di tutti i cittadini”.
Non manca il commento di Matteo Salvini, su tutta la vicenda. Oggi, a Perugia, si è così espresso in merito, il leader della Lega: “Se io vado a processo il 3 ottobre per avere trattenuto poche decine di immigranti per qualche giorno su una barca, allora portiamo Conte e i suoi al Tribunale internazionale perché hanno sequestrato mezza Italia“.
Infine, un commento sulla possibilità che il Cts abbia proposto a marzo, la chiusura a zone dell’Italia, mentre Conte avrebbe deciso per il lockdown: “Se così fosse sarebbe criminale”.
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