Desecretati i documenti del Comitato tecnico scientifico del Governo. Per la verità sono solo cinque quelli pubblicati dalla Fondazione Einaudi, e ci si chiede il perchè dal momento che ce ne sono 23 in totale.
Il dato che salta subito all’occhio: il 7 marzo il Cts suggeriva chiusure differenziate, ma due giorni dopo il governo optò per il lockdown nazionale. Messi online 5 verbali, mancano quelli di 18 riunioni.
Il primo marzo il Cts esprimeva la raccomandazione generale che “la popolazione, per tutta la durata dell’emergenza, debba evitare, nei rapporti interpersonali, strette di mano e abbracci”.
Documenti desecretati, 7 marzo: “chiusure differenziate” ma arrivò il lockdown per tutti
Il 7 marzo, come anticipato, gli esperti del Comitato tecnico scientifico proposero chiusure differenziate, ma due giorni dopo arrivò il lockdown nazionale. Il Cts, nel verbale del 7 marzo, individuava “le zone cui applicare le misure di contenimento della diffusione del coronavirus più rigorose rispetto a quelle da applicarsi all’intero territorio nazionale, nelle seguenti zone: Regione Lombardia, e province di Parma, Piacenza, Rimini, Reggio Emilia e Modena; Pesaro e Urbino; Venezia, Padova e Treviso, Alessandria e Asti”.
L’indicazione era di misure differenziate per territori. Il 9 marzo viene invece annunciato il lockdown totale dell’Italia.
In totale sono cinque i verbali, oltre 200 pagine, che sono stati pubblicati sul sito della fondazione Luigi Einaudi, dopo essere stati desecretati dalla presidenza del Consiglio dei ministri.
Il verbale del Cts sulle chiusure è del 7 marzo ed è il numero 21. Il verbale successivo pubblicato dalla Fondazione Einaudi è il numero 39 del 30 marzo. Per cui al momento mancano i verbali delle altre 18 riunioni degli esperti.
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