Non sono bassi, i numeri dello Spallanzani di Roma, il Coronavirus preoccupa ancora. Interviene anche l’infettivologo, Massimo Galli
Bollettino medico odierno dell’ospedale Leonardo Spallanzani di Roma: “In questo momento sono ricoverati presso il nostro Istituto 56 pazienti. Di questi 45 sono positivi al tampone per la ricerca del Sars-Cov-2, 11 sottoposti ad indagini”.
Non sono affatto numeri bassi e che lascerebbero pensare ad un ottimismo per il futuro prossimo. “Due pazienti necessitano di Terapia intensiva. I pazienti dimessi e trasferiti a domicilio – Si legge ancora nella nota dell’ospedale romano – o presso altre strutture territoriali sono a questa mattina 569“.
L’infettivologo: “Il vaccino? Non prima del 2021”
La nota dello Spallanzani di Roma fa riflettere, non si può ancora abbassare la guardia e la cosa non interessa solo il Lazio. Se i numeri della Capitale non sono di certo al minimo storico, è giusto che a preoccuparsi siano anche gli altri cittadini, nel loro interesse, continuare a seguire le norme preventive per non rischiare di cadere nella rete dei positivi.
Ed eccola, la nota rilasciata anche sui social ufficiali, dal Leonardo Spallanzani di Roma:
https://www.facebook.com/SaluteLazio/photos/a.115419683211470/297690631651040/?type=3&theater
E non si sente di dare giudizi positivi, nemmeno l’infettivologo, Massimo Galli, ospite in mattinata dello sportello di Rai3, Agorà.
Per quanto concerne il vaccino anti-Coronavirus, il direttore di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, ha affermato: “Ho messo via una bottiglia di champagne per il vaccino anti-Covid, ma temo che non lo stapperò prima della fine 2021“.
E non specifica quando, se ad inizio 2021 (mancherebbero quindi pochi mesi) o se si teme che gli esperimenti fatti per ora siano ancora in alto mare. Galli, ha poi commentato le parole del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che si dice convinto che il vaccino arriverà entro il 2020: “Allo stato attuale quasi nessun vaccino ha superato la fase 1 della sperimentazione. E quando ci sarà bisognerà produrlo per le esigenze mondiali, distribuirlo e somministrarlo. E tutto questo mi preoccupa”.
Il virologo in servizio a Milano, conclude: “È sbagliato usare il vaccino come slogan politico. Ora non lo abbiamo e non lo avremo in autunno per l’inizio delle scuole. Mi preoccuperei piuttosto della campagna vaccinale per l’influenza”.
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