Un po’ esagerata la reazione di alcuni passanti, sul nuovo ponte di Genova. Lì, due anni fa, perdevano la vita 43 persone
Lunedì 3 agosto, Genova ha riavuto il suo ponte. Due anni dopo i tragici fatti che costarono la vita a 43 persone, il ponte Genova San Giorgio è di nuovo lì, a favorire il passaggio da una zona all’altra della città.
Ma per ora non è andato tutto liscio, con incredibili incolonnamenti causati non dal traffico stesso, bensì dai rallentamenti dei tanti passanti che pensano bene di farsi un selfie. Una vicenda che fa infuriare, mentre già i festeggiamenti per la riapertura del ponte, avevano fatto storcere il naso ai parenti delle vittime.
“Altro che festeggiamenti, altro che orgoglio nazionale. Il nuovo ponte di Genova non è una rinascita, ma il simbolo del fallimento e di 43 vite ingoiate da un ponte fatiscente che qualcuno ha permesso crollasse in qualche modo”. Queste, le parole di Franco e Daniela Fanfani, genitori di una delle vittime del crollo del 19 agosto 2018. Il loro figlio, Alberto, perse la vita su quel ponte a soli 32 anni.
Con Alberto perse la vita anche la fidanzata, ed il padre del trentaduenne non ci sta: “È insopportabile per chi come noi ha perso un proprio caro. Serve solo a aumentare il dolore che mia moglie e io portiamo dietro, come tutte le altre famiglie coinvolte. Non è una una rinascita, non c’è niente da celebrare. Altro che sfilate dei politici”.
Certo, difficile pensare che si possa festeggiare, se il nuovo monumento cittadino non è altro che la sostituzione di qualcosa che c’era già ed è crollata, costando la vita a tanti innocenti, non senza colpe da parte delle autorità.
Ed a rendere tutto ancor meno bello, per la rinascita della città ligure, qualche solito “distratto”, che forse ha già dimenticato cosa successe in quel luogo, solo due anni fa. Code e traffico intenso tra Genova Aeroporto e il bivio tra A10 Genova – Ventimiglia e la A7 Genova – Milano, perché c’è chi rallenta per un selfie.
Una pessima abitudine delle generazioni moderne, che ormai pensano soltanto a pubblicarsi sui social, anche quando non ne sarebbe il caso. Questa, è una vicenda purtroppo simile, a quella della Nave Concordia, dove persero la vita molte persone, ma i tanti turisti passati per l’Isola del Giglio, preferivano farsi i selfie con la carcassa dell’imbarcazione.
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