Conte, la promessa: «La scuola riparte, mi impegno con le famiglie italiane»

Ancora no alle discoteche ma nel nuovo dpcm di agosto, il premier Conte fa una promessa agli italiani: la scuola riparte con la massima sicurezza a settembre.

E’ ormai quasi pronto il nuovo dpcm, quello di agosto, che stabilirà tutte le misure necessarie per la fase 3 dell’emergenza coronavirus. La fase della ripartenza delle scuole, una delle più attese.

Sulla pandemia il governo ha agito da subito con «cautela» ma anche «misure proporzionate a quanto stava accadendo», ora serve «non pensare a nuove restrizioni e sostenere una effettiva ripartenza».

A dirlo è il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che poi giura: il mio impegno coi giovani, le famiglie, il Paese. Il mio impegno con insegnanti e personale. La scuola riparte, non ci sono dubbi».

«Sono sempre stato rigoroso, ma non mi pento di nulla – spiega Conte -. Quando abbiamo deciso di chiudere dicevano che dovevamo tenere aperto […] Quando volevamo cominciare ad aprire, ci chiedevano di essere rigidi. Mi sono sempre confrontato con ministri e scienziati e ora ho la percezione che se concederemo qualche apertura faremo bene».

Il presidente del Consiglio parla delle «navi da crociera che devono ricominciare a viaggiare perché il turismo è un pezzo fondamentale della nostra economia […] soltanto in questo modo tutte le attività possono riprendere».

Eppure Conte rimane contrario alla riaperture delle discoteche«Sono molto prudente, sinceramente non mi sembra ancora opportuno concedere il permesso, troppo pericoloso […] Si suda, si beve insieme, si sta vicini… Io l’impazienza dei gestori la comprendo, tutto quello che si ferma rischia di essere perduto».

«So che ci sono famiglie – afferma – che hanno problemi ad arrivare a fine mese e di questo ci siamo fatti carico, so che la crisi di bar, ristoranti, locali pubblici può influire in maniera pesante […] Ma ballare tutti appiccicati come si fa? Questo non è tornare a vivere, è rischiare troppo».

Eppure qualche regione ha deciso autonomamente di farlo: «E una scelta dei presidenti, non potevamo continuare a fare il cane da guardia e abbiamo ritenuto giusto restituire l’autonomia delle decisioni, ma anche la responsabilità delle conseguenze […] Non credo comunque che ci siano governatori tanto irresponsabili da mettere in pericolo le persone, voglio poter credere che nessuno stia rischiando».

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